2015

Corsi: «Éder faceva magie già da noi. Soriano? Merito di Mihajlovic»

Pubblicato

su

Uno ci è stato per diverse stagioni, l’altro solo per una. Uno è arrivato in Italia grazie ai toscani, l’altro è esploso in B con gli azzurri. L’Empoli incontra il suo passato giovedì sera: Éder e Roberto Soriano sono in un ottimo momento di forma. Dopo esser usciti senza vittorie nelle due sfide dell’anno scorso, l’Empoli punta a ottenere la prima vittoria contro la Samp dal suo ritorno in A.

Gli ex sono tanti, ma il presidente Fabrizio Corsi avrebbe scommesso sui due: «Se dico di sì, sembro prevedibile, visto che ora lo dicono tutti, ma chi mi conosce sa che ci credevo già allora, anche se ovviamente bisogna fare delle differenze tra i due…». Corsi si spiega: «Partiamo da Soriano. Lui è venuto in prestito dalla Samp che era un ragazzino. Aveva qualità uniche che mostrava sia in campo la domenica, sia in allenamento in settimana. Era il 2010 e non aveva neppure vent’anni, ma s’impose subito andando in campo e mettendosi in luce».

Sul perché non restò, Corsi ha una motivazione: «Eravamo in B e la Samp chiedeva già cifre importanti per lui e fuori dalla nostra portata. Ma il sottoscritto e altri dirigenti avevano notato quel qualcosa in più che aveva e l’avremmo tenuto volentieri se la richiesta non fosse stata troppo alta per noi. Era già allora un’operazione che poteva fare un grande club, non un piccolo in B come l’Empoli. Quando se ne andò, comunque, ero pronto a scommettere sulla sua esplosione». Per due-tre anni però la sua esplosione sembrava bloccata: «Riconosco a Mihajlovic il merito di avergli tirato fuori quella “cazzimma”, come dicono a Napoli, che gli mancava. Se Conte lo chiama in nazionale, un motivo c’è».

Su Éder invece non c’erano dubbi, come ribadisce Corsi a “Il Secolo XIX”: «Anche lui mi ha stupito sia esploso così tardi viste le magie che aveva già fatto da noi. Uno che a 23 anni segna in B 27 gol in una stagione ha ottime chance di confermarsi goleador anche in A, magari segnando un po’ di meno, ma con continuità». Invece, l’italo-brasiliano sta segnando in maniera costante: «Credo che la svolta sia avvenuta quando ha perso quel paio di chili nei posti giusti che gli sono serviti per migliorare atleticamente ed eccellere. Talentuoso e decisivo sottoporta lo era già prima, ma nelle ultime stagioni è mostruoso dal punto di vista fisico. Vedo in lui lo stesso processo evolutivo che ha fatto anche Di Natale qui da noi: quando si è irrobustito a 25 anni, ha iniziato a diventare un bomber unico».

Exit mobile version