2015
Correa: «Buone sensazioni. Contento che il mister punti su di me»
Joaquin Correa è la stella più attesa: il 2015-16 sarà e forse deve essere il suo anno per esplodere. Walter Zenga ci punta, i tifosi ci puntano. E chissà, magari anche i compagni di squadra – come ribadito da Palombo qualche giorno fa – sperano che El Tucu possa fare l’atteso salto di qualità con qualche minuto in più nelle gambe.
LA FIDUCIA DI ZENGA – L’argentino ha confessato le sue sensazioni a “Il Secolo XIX” nel ritiro di Ponte di Legno: «Mi sento bene: per me è un onore esser considerato importante e mister Zenga ha iniziato questa preparazione come piace a me, ovvero con il pallone. Ci ha detto subito che lui allena il calcio e quindi vuole che giochiamo con il pallone anche facendo esercizi atletici. Questo è quello che noi giocatori adoriamo, sarebbe stato peggio se avessimo lavorato solo sulla parte atletica (sorride, ndr)». Il mister punta molto su Correa e per il fantasista questo è importante: «Fa un bellissimo effetto. Io sono venuto in Italia per giocare e non aspetto altro che lasciare il mio segno».
AMBIENTAMENTO E DOLORI – Nei suoi primi mesi meno di 200 minuti in campo, ci si chiede cosa non abbia funzionato: «L’anno scorso non è andata bene: ero arrivato malato, tante cose non sono andate come volevo. Non avevo gli orecchioni come ho letto: non so come si chiama qui la malattia, ma avevo tutta la parte sinistra del viso infiammata per un problema in bocca (un ascesso, ndr). Forse non si è visto, ma sono arrivato che stavo malissimo e l’ambientamento è stato ancora più difficile. Altra cultura, altro fuso orario, altra lingua. E tanto male…». Le cose vanno meglio ora: «Sto bene, ho imparato l’italiano e mi son sistemato a Genova. Sono lo stesso giocatore, ma con un bel po’ di cose risolte».
DIECI E VOGLIA – Zenga lo preferirebbe da “10” nel 4-3-1-2 che esterno nel 4-3-3. Correa dice la sua: «Dietro le punte posso giocare centralmente e ho più campo come piace a me, ma in Argentina ho giocato e fatto bene da esterno di sinistra e a destra qualche volta. Non è la posizione che conta: per me conta solo giocare e aiutare la squadra a restare in alto in classifica». Ci si chiede dove Correa si veda in cinque anni: «Io punto sempre in alto, ma per riuscire ad arrivarci bisogna fare qualcosa di importante giorno dopo giorno. Non so dove sarò. So che ora voglio dare tutto qui, dimostrando alla Serie A e alla Sampdoria che non è stato sbagliato investire così tanto su di me».