2014

Corna, qualità e quelle radici da mantenere

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Terzo posto in classifica, superata anche l’Atalanta. La Sampdoria vola, con lei il pubblico e il presidente-showman Ferrero, sempre più pittoresco, vulcanico e mai banale seppur eccessivo nelle dichiarazioni (tantissime negli ultimi giorni) e negli atteggiamenti. C’è chi lo vorrebbe più contenuto, chi invece lo “ama” (per dirla proprio alla Ferrero). Fatto sta che le corna in coda al match coi bergamaschi stanno facendo e faranno il giro d’Italia e colorano ulteriormente il momento magico della truppa di Mihajlovic. Nome e marchio Samp che circolano sempre di più, nel bene e nel male, su questo non ci piove.

Nel mezzo il gruppo per l’ennesima volta ha mostrato qualità, unione, capacità di soffrire in una gara tutt’altro che semplice. Vengono le vertigini ora, meglio imparare a volare e pure ad abbassarsi di quota, antidoto fondamentale per non sbandare nel caso l’aria cambiasse. Per non rompere un bel giocattolo nel momento in cui arriveranno le prime difficoltà. Su questo però si può stare abbastanza tranquilli, perché i blucerchiati dall’inizio della stagione hanno dimostrato di saper reggere la pressione delle gare importanti (Derby compreso, scusate se è poco).

Arriva la pausa, mi sento di dire che è un bene: ci sarà tutto il tempo per preparare al meglio la trasferta di Cagliari, terra storicamente balorda per la Samp. Intanto, per essere precisi e attenti, sarebbe il caso di fare il punto su cosa non va. Ma qui, al momento, specie guardando il campo, si fa molta fatica a trovare note dolenti. E allora è giusto pensar positivo, dicendo che sarebbe fantastico (quasi utopistico) proseguire su questa strada, senza stare a guardare troppo le virgole.

La gara con l’Atalanta si doveva chiudere prima, vero, ma si poteva anche pareggiare. Non benissimo i cambi, troppo timidi Rizzo e Fedato, ma ancora solidissima la nuova coppia difensiva Silvestre-Romagnoli. Eccolo lì, un tema, allora: perché servirà tutta la bravura di Mihajlovic, caratteriale e tecnica, nella gestione dello status quo in mezzo alla retroguardia priva di Gastaldello da ormai due gare. Il serbo da qualche settimana ha deciso di gettarsi anche in questa nuova sfida, e credo sia giusto essere con lui al di là del fatto che i risultati gli stiano dando ragione. Problemi che mi sento comunque di definire dolci, perchè il magic moment va assaporato fino in fondo.

Una Samp bella, simpatica, anche un poco eccessiva ma senza paura, sfrontata. Avanti così, nel segno di una discontinuità rispetto al passato condivisibile e apprezzabile alla luce dei risultati. Che nel calcio da sempre contano tanto, se non tutto. Anche se una piccola osservazione in coda mi sento di farla, dopo tutte le polemiche legate all’inno e al presidente. Una considerazione che conta zero, per carità, e non vuole rompere le scatole a nessuno. Dico solo la mia: a me l’inno piace così. E le radici sono importanti. Con quelle la Samp di Ferrero da bella potrà davvero diventare bellissima. 

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