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Editoriale

Il coraggio delle parole e delle gambe

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La sconfitta con la Lazio non ci taglia le gambe: non siamo ancora pronti per l’Europa League, ma il periodo nero è alle spalle. Giampaolo ha costruito una formazione pronta a lottare con tutti.

L’unico che aveva avuto il coraggio di nominarla è stato Patrick Schick, che intanto ha trovato il suo terzo gol in campionato, il quinto stagionale compresa la Coppa Italia: aveva proprio detto “Europa League”, due parole per definire una competizione che al Doria risulta più come una scottatura che altro, al momento. Shick però è stato l’unico a dirlo anche perché lui vive un momento particolare, sulle ali dell’entusiasmo, forte del fatto che si sta ritagliando sempre più spazio nella Sampdoria di Giampaolo, in attesa di potersi ritagliare anche un posto da titolare, possibilità non del tutto remota se paragonata a un Quagliarella sì bravo nel gioco sporco, ma non sempre al centro dell’azione, per chiare necessità di fiato e di fisico. La Sampdoria, almeno dati alla mano attuali, all’Europa League non dovrebbe pensarci. Magari più avanti.

Non perché sognare faccia male, anzi: ho basato la mia intera vita sulla massima di Walter Elias Disney che parlava, per l’appunto, di sogni e di successi, ma stavolta non mi sembra il caso. Questa è una squadra giovane, questa è una società che, dicevo, si è scottata recentemente con l’esperienza Europa League, e che dovrà dimostrare, nel caso in cui volesse realmente provarci, che a gennaio bisognerà allungare la rosa con degli innesti, soprattutto difensivi. Perché oramai è chiaro che il carattere a questa squadra non manca: va sotto di due reti, ma tiene la partita, non molla, la riapre e nel finale ci prova comunque a realizzare qualcosa, con le sgroppate di Regini sulla sinistra e gli inserimenti, per l’appunto, di Schick. Manca però quella solidità difensiva che non è tanto colpa degli interpreti, quanto dei mancati ricambi. In attesa del recupero totale di Pavlovic, del reintegro di Sala, i due centrali non hanno praticamente mai rifiatato e se da un lato Silvestre è un generale di ferro inamovibile, con nella testa solo abnegazione e impegno, Skriniar, che dalla sua ha ancora la giovane età, a volte pecca di disattenzioni.

L’avversario era comunque la Lazio, non dimentichiamolo: una squadra che vive ancora di rendita dall’ottimo lavoro compiuto da Pioli lo scorso anno e che ha trovato in Inzaghi un ottimo amministratore dei giocatori, come dimostrato lo spinoso caso Keita. Che la Sampdoria sia scesa in campo per giocarsela a viso aperto è sicuramente il primo grande successo del sabato sera, perché è un lontano ricordo il periodo buio pre-sosta, durante il quale si invocava la testa di Giampaolo e l’esonero del tecnico ex Empoli. Adesso il Doria ha trovato la propria quadratura del cerchio e soprattutto si è tolta di dosso alcune convinzioni che il tecnico abruzzese aveva, Ricky Alvarez su tutti. Magari col tempo riusciremo anche ad avere Shick più inserito in formazione, a discapito di un Quagliarella in debito di ossigeno, ma badate: guai, poi, a contestarlo se giocando 90 minuti dovesse sbagliare qualcosa. Se vogliamo sostenerlo, che venga sostenuto fino alla fine. Intanto spostiamo la testa al Chievo e all’Udinese, per chiudere al meglio il 2016, con magari quattro punti in più in classifica, o chissà, magari qualcosa in più.

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