Conte: «Pronto a tornare nella Sud. Il dopo-Mihajlovic? Zenga è adatto all'Europa» - Samp News 24
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2015

Conte: «Pronto a tornare nella Sud. Il dopo-Mihajlovic? Zenga è adatto all’Europa»

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Temperamento, senso della posizione e tempestività nella giocata d’anticipo. Il tutto condito da un attaccamento ai colori blucerchiati fuori dalla norma, questo e molto altro gli è valso l’indimenticato slogan “con il rosso non si passa”. Mirko Conte, artefice nel 2002 di uno dei più importanti gol della storia blucerchiata, che diede il là alla rinascita di una Samp sul baratro della retrocessione nell’inferno dell’allora serie C.

Sfoglia l’album dei ricordi l’ex doriano ai nostri microfoni. «Ho fatto due gol, ma quei due furono determinanti. Ricordo la corsa dopo il gol contro il Messina, una rete importante perché eravamo lì lì per retrocedere, credo che se non ci fossimo salvati quell’anno la Samp avrebbe rischiato di fare la fine del Parma di quest’anno».

Venendo alla storia recente, il “rosso” esprime ottimismo sul cambio di timoniere. «A me caratterialmente Zenga piace, ha girato tanto all’estero, ma in Serie A a Catania aveva fatto ottime cose. Sinisa in questo anno e mezzo ha fatto benissimo, sarebbe difficile per chiunque sostituirlo, ma saranno i risultati a dire se è stata una scelta azzeccata. Credo che Zenga sia un profilo adatto all’Europa, ha lavorato molto all’estero e anche da calciatore ha calcato palcoscenici importanti». L’attenzione si sposta poi su mister Cagni, che portò Conte a Genova. «Non posso che parlare bene del mister, che mi volle alla Samp dopo avermi avuto a Piacenza. Ha una grande esperienza alle spalle, sarà un valore aggiunto. Il suo ruolo? È una figura nuova in Italia, ma credo che sarà il futuro».

La Sampdoria, rimasta orfana del duo difensivo Romagnoli-Silvestre, come si dovrà muovere per colmare questo gap? «In questi anni i dirigenti della Sampdoria hanno fatto un gran lavoro. Al di là dei nomi sarà l’allenatore a dare un’impronta a livello difensivo. Il metodo di Mihajlovic era piuttosto maniacale. La fase difensiva è fatta molto di meccanismi, credo che quest’anno sia l’Empoli di Sarri che il Sassuolo di Di Francesco si siano rivelate le realtà più positive del campionato a livello difensivo. È vero, la Sampdoria farà l’Europa, però è una società che si deve sempre guadagnare la pagnotta, non ha grandi campioni che ti consentono di risolvere le partite senza curare la fase difensiva». Cassani? «Lo conosco bene, nella stagione della promozione era giovane, ma già si intravedevano le qualità che poi ha dimostrato avere a Palermo. È un giocatore molto affidabile, il classico giocatore su cui puoi fare affidamento in momenti di difficoltà».

Oggi è stata anche la giornata in cui è stata ufficializzato l’addio di Samuel Eto’o. «Un campione del genere sarebbe servito certamente in Europa, però è una scelta che ci può stare. I campioni sono fatti per girare, e lui gira molto. Perderlo può essere negativo, però di gente brava in giro ce n’è ancora. Credo che la società allestirà un attacco adatto alle tre competizioni». Cassano o Pazzini? «Assolutamente Pazzini. È un giocatore che a me piace molto per caratteristiche. Cassano è un giocatore umorale, magari con il fatto di tornare a Genova potrebbe essere per lui un punto d’arrivo e una nuova rinascita, però è un grosso punto di domanda. Logico, se si ricomponesse la coppia che ha portato la Samp in Champion’s firmo domani, però se devo scegliere ti dico Pazzini, perché a mio avviso dà maggiori garanzie».

Chiosa finale, con la promessa di tornare in Gradinata Sud. «Sono tornato spesso, però adesso allenando alla domenica mi viene più difficile. I quattro anni passati a Genova sono stati i più belli della mia carriera. Essere amato e ricordato dai tifosi della Sampdoria per me è motivo d’orgoglio. Non appena potrò tornare lo farò più che volentieri».

A cura di Gabriele Corso (@gabrosky_93)

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