Con la Samp si sbloccano tutti: allarme o coincidenza? - Samp News 24
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2015

Con la Samp si sbloccano tutti: allarme o coincidenza?

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Frosinone. E’ il 18 ottobre e allo stadio “Matusa” sta giocando la Sampdoria di Walter Zenga, con poche idee e tanto Cassano, che serve inutilmente e innumerevoli volte i compagni. Unico sussulto per i blucerchiati, il palo di Muriel che tutti ricordiamo. Ma è al 54′ che la gara si spacca: tornati dagli spogliatoi con ancora meno intensità e grinta rispetto alla prima frazione, gli ospiti si lasciano soffocare da un Frosinone indiavolato e, su cross di Soddimo da calcio d’angolo, ecco che ad insaccare per primi la palla in rete sono i ciociari. Ma la sorpresa non sta certo nel fatto che la Sampdoria abbia preso gol, dato che in trasferta l’andazzo ormai lo conosciamo, bensì nel fatto che ad aver segnato sia stato un certo Luca Paganini, che probabilmente molti di noi (me compreso) non avevano neanche sentito nominare fino ad allora. Primo gol in Serie A e Luca impazzisce, va a festeggiare sotto la curva del Frosinone tra i tifosi che urlano di gioia e i suoi compagni che lo abbracciano. Il finale lo sapete.

Non metto in dubbio che il numero 17 dei canarini possa diventare un grande calciatore, ma sta di fatto che prima di quella partita non aveva dato grandi segnali (unico dato rilevante un assist alla prima giornata), nè tantomeno dopo.

Ma andiamo avanti. Un caso analogo si è ripetuto durante il match di lunedì contro il Chievo, quando sul tabellone è apparso il nome di Inglese, altro “sconosciuto” di questo campionato. L’anno scorso, è vero, ha avuto il merito di aver conquistato la categoria militando nel Carpi, ma le sue reti siglate sono state 6 in 27 presenze, non certo una media da Cristiano Ronaldo. Il numero 45 gialloblu, fino alla scorsa partita, aveva il numero sulla maglia più alto della somma dei minuti giocati quest’anno: difatti, la prima punta era stata sistematicamente relegata in panchina e impiegata solamente negli ultimi giri d’orologio di quattro partite, per un totale di 41 minuti. Lunedì la prima gara da titolare contro il Doria al posto di Paloschi e, neanche a dirlo, la prima gioia in Serie A.

Questi erano i due casi più eclatanti che mi interessava sottolineare, ma si potrebbe parlare anche della gara contro il Verona, nella quale ha trovato il gol Ionita, che veniva da un infortunio ed era riuscito a mettere insieme solamente 10 minuti di gioco. Naturalmente anche lui non ha voluto tradire la fiducia datagli da Mandorlini ed è riuscito, in un momento difficilissimo per l’Hellas e per lui stesso, a trovare la via del gol sul 4-0 per la Samp. Se, appunto, la partita non fosse finita con una netta vittoria per i padroni di casa e quindi il gol del moldavo non fosse “passato in cavalleria”, a quest’ora staremmo parlando di una specie di miracolo calcistico. Ionita non rientra nella casistica del “primo gol in Serie A”, ma lo possiamo vedere come un giocatore che si è sbloccato dopo un periodo complicato ed è riuscito a trovare la sua prima rete, questo sì, della stagione in corso.

Passiamo agli ultimi due nomi sulla lista: Ivan Perisic e German Denis. Se l’anno scorso il croato aveva dimostrato al Wolfsburg di essere un giocatore-chiave della rosa (7 gol e 9 assist per lui), non si può dire altrettanto della sua stagione attuale, almeno fino alla partita di Genova. L’esterno classe ’89 non sembrava essersi ambientato benissimo in Italia, e aveva un po’ ghiacciato tutti i tifosi interisti che tanto lo avevano bramato durante la sessione estiva di calciomercato. Nelle prime quattro partite, tutte rigorosamente da titolare, pareva assente e completamente disorientato in questo calcio così diverso da quello tedesco…poi ha visto la Sampdoria. Con quel gol, che ha strozzato l’urlo di gioia dei blucerchiati, il presidente Thoir ha tirato un sospiro di sollievo e il giocatore ha potuto segnare per la prima volta con la sua nuova maglia, timbrando di nuovo il cartellino contro il Palermo.

Denis, invece, non ha bisogno di presentazioni: siamo tra le sue vittime preferite, con cinque gol in tredici incontri. Anche lui, reduce da due giornate di panchina e una di stop per infortunio (86 minuti totali), entra al 32′ durante il match contro il Doria, e in una mezz’ora scarsa riesce a violare la porta difesa da Viviano. Primo e unico gol di quest’anno, non pervenuto nelle altre partite.

Coincidenze? Probabilmente no. Regali su regali, ecco cosa significano questi gol inaspettati. Vuoi per disattenzioni difensive, vuoi per trappole del fuorigioco non scattate, forse per un Viviano che a tratti sembra avere cali di concentrazione, per la mancanza di Romagnoli che formava una coppia perfetta con Silvestre, per un disastroso Moisander, ma queste reti sono state subite, e sono anche pesanti nel bilancio della classifica. Perciò non credo che sia un caso che, più volte, giocatori pressochè sconosciuti o nomi affermati “in astinenza” di gol riescano a segnare con facilità ad una formazione come la Sampdoria.

La verità è che una squadra senza un’idea di gioco, perlomeno in trasferta, con una fase difensiva poco organizzata (senza contare i problemi sulla fascia sinistra) e non ancora in grado di offrire una continuità di prestazione per più di venti minuti, riuscirà sempre a far segnare l’Inglese di turno, e non me ne vogliano i giocatori citati. Siamo a quota cinque, ma il numero di “graziati” è probabilmente destinato a salire, ed essendo così generosi non si può andare molto lontano.

 

 

 

 

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