2012
Comunicato UTC: Paolo aspetta ancora giustizia!
Di seguito il comunicato ufficiale degli Ultras Tito Cucchiaroni riguardo alle vicende del 24 settembre 2005:
Partiamo di buon’ora, l’orologio segna le cinque del mattino. Un freddo caino, un caffè al volo in attesa di esserci tutti e via, destinazione Verona. Non per assistere ad una partita, tutt’altro. A Verona ha luogo l’udienza del processo che vede otto poliziotti imputati per il pestaggio di Paolo Scaroni. Era il 24 settembre 2005 quando, in procinto di rientrare dalla trasferta al seguito del Brescia a Verona, i tifosi bresciani presenti in stazione furono selvagiamente caricati dalle forze dell’ordine. Una carica tanto violenta quanto ingiustificata. Paolo venne picchiato selvaggiamente, tanto da rimanere in fin di vita, in coma per moltissimo tempo. Paolo però ce l’ha fatta, a differenza di altri ragazzi, uccisi per mano delle forze dell’ordine, sopravvive, si risveglia dal coma ed è in grado di raccontare come sono andate le cose. Oggi a Verona si scrive una nuova pagina di questo processo che dura ormai da anni. Il viaggio scorre veloce e così alle otto siamo alla stazione centrale di Verona. È proprio in stazione che ci ricongiungiamo con i ragazzi appartenenti ad altri gruppi ultras che, come noi, sono presenti a Verona per presenziare a questo processo che, si spera, possa ridare giustizia a Paolo. Davanti al tribunale oltre duecento ragazzi. Alla sbarra otto poliziotti che faticano non poco a trovare parole per rispondere alle domande degli avvocati e dei giudici. Otto anni di reclusione, di cui sei per lesioni volontarie gravissime, più altri due per l’aggravante dell’uso delle armi: questa la richiesta dei PM per 7 degli otto poliziotti. L’udienza è rinviata al 18 gennaio. Bisognerà aspettare ancora, ma ciò che conta è che al più presto venga fatta giustizia. Durante il ritorno da Verona, lungo la strada che ci riporta a casa, torniamo con al mente al processo: quanto successo nel 2005 a Verona è risaputo e sotto gli occhi di tutti. Un ragazzo ha pagato carissimo, quasi con la vita, e i segni di quei momenti li porta addosso ogni giorno. Le forze dell’ordine, quelli che dovrebbero difendere i cittadini, hanno picchiato, massacrato, quasi ucciso… eppure eccoci qui, ancora in attesa di giustizia. Poteva succedere a uno di noi, a qualsiasi ragazzo che, con una sciarpa al collo, fosse in trasferta per vedere la propria squadra. Quando questo processo avrà fine, e quando (speriamo) sarà stata fatta giustizia per Paolo, allora bisognerà domandarsi cosa può essere fatto affinché non succeda più, affinché non ci sia un altro Paolo in un’altra città. Chissà, magari un primo passo potrebbe essere fatto mettendo in pratica una richiesta che da anni invochiamo a gran voce: codici di riconoscimento su caschi e divise. Chi ha sbagliato deve pagare, deve assumersi le sue responsabilità. Ciò dovrebbe valere sia per il libero cittadino sia per chi indossa una divisa.
Paolo aspetta ancora giustizia!
Ultras Tito Cucchiaroni