2013

Comunicato di Alpe Adria Blucerchiata sul rinvio di Samp-Inter

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Doveva essere una giornata di festa, di esodo e di Sampdoria per il Club Alpe Adria Blucerchiata, che nella giornata di ieri nonostante lo spostamento alle ore 20.45 si era messa in marcia da Trieste per raggiungere Genova, salvo poi, all’ora di pranzo, dover fare retromarcia per tornare a casa perché la partita non si giocava più.
Di seguito il comunicato integrale rilasciato dal Club in merito alle vicende di ieri:

UNA DOMENICA DA RICORDARE. BENE.

Sia chiara una cosa: nessuno si permette di sindacare sull’opportunità o meno di dichiarare uno stato di allerta meteo, né sull’opportunità di giocare una partita in presenza di tale allerta. Dalle informazioni sommarie ricevute da amici e conoscenti di Genova ci è apparsa una decisione spropositata, ma non avendo informazioni complete non ci permettiamo di fare valutazioni su questo punto.

Quello che ci ha profondamente avvilito è la sensazione che questa conclusione fosse stata considerata altamente probabile nel momento in cui è stata presa la decisione di spostare la gara ( originariamente fissata alle ore 15.00 – orario esterno all’intervallo temporale in cui è stata dichiarata l’allerta), quando cioè si era perfettamente a conoscenza della situazione che si sarebbe venuta a creare stasera, e che quindi tutti gli sforzi fatti per organizzare la trasferta nell’orario originale, e quelli supplementari derivanti dal cambio di orario, siano stati assolutamente vani ed assolutamente inutili senza saperlo.

Nessuno dei 31 tifosi che oggi sarebbero dovuti salire su quel pullman, né quei 55 che avevano aderito alla trasferta in orario pomeridiano s’illude che il nostro gruppo, le nostre iniziative o l’amore incondizionato che proviamo verso una maglia, un’idea, conti più di quello che siamo, ma la triste convinzione di essere considerati dei clienti che possono essere rimborsati ci dà particolarmente fastidio.

I tifosi sono per loro definizione dei romantici, nel senso letterario del termine, ed ancora di più lo sono delle persone che non tifando per una società titolata, in una partita che poco aveva da dire e da dare, decidono di sobbarcarsi 1.100 km per avere il piacere di appendere il proprio striscione e stare vicini alla propria squadra del cuore: non ha senso elencare i sacrifici economici, di tempo ed impegno profuso per organizzare e partecipare ad una trasferta, perché chi lo è ben lieto di farlo. 

Però, in uno stato di diritto, sarebbe il caso di ricordarsi che “un’azione che cagiona a terzi un danno ingiusto, obbliga chi l’ha compiuta a risarcire il danno”: purtroppo invece in un’oligarchia delle parole, ci si scarica la responsabilità fino a che nessuno sembra aver preso delle decisioni, nessuno vuole assumersene le responsabilità. 

Nessuno di noi chiede o vuole rimborsi: noi non siamo clienti scontenti, siamo tifosi delusi.

E’ tremendamente avvilente vedere che la società per la quale profondi un amore incondizionato si flette, come sempre, alle richieste di chi ritiene di essere geneticamente superiore, di avere dei diritti di nascita che trovano una giustificazione solo quando le proprie richieste non vengono legittimamente respinte: è inutile sperare di non essere considerati un supermercato low-cost, una vera e propria succursale in cui attingere a piene mani a condizioni di favore, al bisogno, se quando viene fatta una richiesta che va contro la logica economica (giocare martedì alle 18.30 rispetto alla domenica alle 15.00 comporterà almeno 4/5.000 presenze in meno, ovvero sia più di 100.000 di introito), sportiva (mettersi nella condizione di dover giocare in un’orario in cui ci sarà un’allerta meteo, dovendo quindi rinviare la partita in un turno infrasettimanale, magari a ridosso di partite sentite come il derby con tutti i rischi sportivi che ne conseguono) e di immagine, non si ha la forza o la voglia (di certo non mancava l’opportunità) di dire una cosa molto semplice: NO.

Evidentemente le logiche di palazzo e quelle politiche sono più importanti di tutto: non è nemmeno importante sapere chi si voleva favorire, se l’inter (le dichiarazioni di Stramaccioni e di chi lo intervistava dopo la partita col Tottenham sono abbastanza chiare), Sky, e non ha importanza.

Noi abbiamo fatto quello che ogni tifoso deve fare, ovvero sia combattere e fare il possibile per stare vicino alla propria squadra fino a che la logica non impone scelte diverse: sperando di poter attaccare il nostro striscione in gradinata siamo partiti stamattina, in quanto nonostante il summit in prefettura nessuna comunicazione ufficiale è stata emessa entro le 10, e non appena siamo stati avvisati, abbiamo chiaramente interrotto il viaggio e siamo tornati a casa. 

Niente di più, niente di meno.

Sapere però che c’era chi poteva evitare questa presa in giro e non l’ha fatto, questo si, ci ha fatto male.

Ad ogni modo, restiamo quello che siamo, e come tutti gli innamorati, perdoniamo anche quando non dovremmo: saremo a Genova per la partita contro il Palermo. 

Sempre che la partita non venga spostata alle 5 del mattino di lunedì, per esigenze…

UN ENORME RINGRAZIAMENTO A TUTTI QUELLI CHE HANNO CONDIVISO CON NOI QUESTA DOMENICA: DOBBIAMO ESSERE ORGOGLIOSI DI NOI.

COME SEMPRE, MARINAI, TESTA ALTA E SGUARDO FIERO.

ALPE ADRIA BLUCERCHIATA PRESENTE

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