Milan - Sampdoria, il commento tecnico: Sei punti per la svolta
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Milan-Sampdoria, il commento tecnico: Sei punti per la svolta

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Due vittorie fondamentali e di grande spessore per dare una svolta alla stagione dei blucerchiati. Qual è la vera Samp: quella importante contro le grandi o quella passiva contro le piccole?

Sei punti in una settimana contro Roma e Milan. Chi l’avrebbe mai detto? Io, onestamente, non ero per nulla fiducioso e sono rimasto incredibilmente sorpreso dai segnali forniti dai ragazzi di Giampaolo. Quello che riscontravo, prima di queste due partite, era sostanzialmente una mancanza di reale ambizione nel volere raggiungere dei traguardi e dei successi prestigiosi. Il gioco, seppur non sempre continuo, c’è sempre stato ma non la fame per migliorare questi presupposti. C’è da dire una cosa: con le grandi (Juventus a parte) il Doria si è sempre comportato molto bene, raccogliendo meno di quanto seminato. Contro le squadre del suo livello, invece, i punti sono venuti meno. Ora ci sono Bologna, Cagliari, Palermo e Pescara. Da qui, inevitabilmente, passa tutta la stagione della Samp, archiviata la pratica salvezza.

ATTEGGIAMENTO – Sia contro la Roma che con il Milan l’atteggiamento in campo è stato estremamente positivo, soprattutto considerato il momento di crisi di risultati iniziato dopo la sfida interna contro il Torino.  Ho visto coesione, raziocinio e voglia di fare bottino pieno. Giampaolo mi è piaciuto nelle sostituzioni sia contro i giallorossi (Schick trequartista) che contro i rossoneri. Il passaggio al 4-3-3 con Djuricic, mvp del match, largo a sinistra mi ha stupito in positivo. L’allenatore si è dimostrato più aperto rispetto alle sue ferme convinzioni, bravo nel leggere dinamicamente le situazioni e a fare i corretti aggiustamenti nel momento del bisogno. I principi di gioco, da sempre positivi nelle intenzioni e, in maniera discontinua, nelle esecuzioni, hanno trovato concretizzazione e, soprattutto, ambizione. La voglia di fare risultato, di soffrire e contrattaccare hanno riacceso la fiammella dell’entusiasmo dei ragazzi di Giampaolo. Perché, diciamocelo, il vero problema di questa squadra è sempre stato il mancato dinamismo tattico ed emotivo nelle partite. La capacità di reagire, di finalizzare, di chiudersi e ripartire e, se necessario, di frugare nella spazzatura della partita per trovare qualcosa di utile ai fini del risultato è spesso mancata ai blucerchiati nei momenti di difficoltà.

NOTE POSITIVE – Le note tattiche più importanti sono due. La prima è la compattezza difensiva con Skriniar (errore sul gol di Dzeko a parte, sempre positivo) e Silvestre impeccabili e l’inserimento di Bereszynski a destra a dare nuova linfa, soprattutto in fase difensiva. A centrocampo è il momento di Praet, tatticamente impressionante non solo in fase di costruzione ma anche in quella di interdizione e copertura preventiva. Un Linetty ritrovato e un Djuricic vera arma in più dalla panchina. Per chi sosteneva che non ci fosse un parco giocatori di livello, forse, è il momento di ricredersi. Perchè questa rosa non può accontentarsi di vivacchiare in campionato e questo gioco espresso non può permettersi di non evolvere in qualcosa di bello, non solo esteticamente ma anche dal punto di vista dei risultati. Ora una serie di partite che diranno molto sulla strada intrapresa. Sarà la svolta o si tornerà a fare due passi avanti e tre indietro?

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