Editoriale
Ci toglieranno i gol, ma non i sogni per il 2019
Arriva la sconfitta, ma resta la prestazione: le polemiche lasciamole ai rancorosi. Godiamoci una squadra che esce a testa alta da Torino e promette molto per il 2019
Potremmo stare qui a parlare del VAR e di come sia stato applicato per giorni, senza trovare una valutazione oggettiva che possa mettere tutti d’accordo. Ciò che mi sento di dire a riguardo, cercando di non soffermarmi eccessivamente su questioni che esulano la prestazione, è che scelto di dare il primo rigore, per un salto scomposto di Emre Can, il metro di giudizio consiglia di assegnare anche il secondo, per fallo di mano di Ferrari: sul fatto che il braccio del nostro difensore fosse praticamente attaccato al corpo e che nessuno si sarebbe lamentato nel caso in cui non fosse stato assegnato il penalty siamo tutti d’accordo. Però il discorso è sempre lo stesso: lì c’è un direttore di gara, che se è lì c’è un motivo. Detto questo, il capitolo è chiuso: l’anno è terminato, il girone d’andata anche, la prestazione è stata davvero importante e abbiamo messo in difficoltà la Juventus, così come avevamo fatto ai tempi di Delio Rossi. Non abbiamo portato a casa nemmeno un punto, ma abbiamo fatto capire che ci siamo.
Ci siamo perché nonostante gli acciacchi e le difficoltà della vigilia, Ekdal è sceso in campo con la grinta di un vero mattatore, che sceglie di vestire i panni più del gregario che del regista, pronto a mordere le caviglie dove necessario. Meglio di lui ha fatto il solo Colley, autore di una partita monumentale: l’esultanza del secondo tempo, quando devia in corner un colpo di testa a botta sicura di Cristiano Ronaldo, è la dimostrazione di quanta passione ci abbia messo il difensore ex Genk nella sfida con i bianconeri. Con Tonelli a mezzo servizio e Andersen squalificato, l’inedita coppia difensiva, con Ferrari chiamato a un ruolo difficile e complesso, lui che da titolare quest’anno non si è praticamente mai visto, ha funzionato bene. Tant’è che la Juventus arriva al gol su rigore e su un errore di Audero, che poi ha saputo riscattarsi benissimo per il resto della partita. Questi sono i tre giocatori che hanno formato una spina dorsale che, nonostante la doppietta di Ronaldo, ha tenuto in piedi una squadra per 90 minuti.
Da elogiare anche Murru, che quest’anno sta continuando a crescere e ad acquisire sicurezza: l’investimento dell’anno scorso sta producendo effetti con un po’ di ritardo, ma sin dalla partita con l’Empoli sembra che i suoi cross siano diventati davvero pericolosi. Il cambio di manovra di Giampaolo si è visto, ha portato i benefici sperati, e sebbene il modulo resti sempre quello, è chiaro che lo stesso tecnico ha saputo modificare gli addendi, ottenendo un risultato migliore. Come sottolineato anche da Romei, insomma, lasciamo perdere le polemiche e godiamoci questa prestazione importante, che significa, come la stessa classifica dice, che siamo in piena corsa per l’Europa. Non guardiamo il quarto posto, non perdiamoci in sogni che non hanno la nostra dimensione e che rischieremmo di vanificare come ci è già capitato con Di Carlo a Brema: pensiamo per gradi, anche se puntare al massimo è nelle mie corde e vorrei tanto.
Pensiamo al fatto che Roma e Milan sono alla nostra totale portata, che siamo tutti lì raccolti con l’unico obiettivo di raggiungere quel quinto posto per riprenderci ciò che ci spetta: viaggiare spesso per l’Europa. Se nel girone di ritorno riusciremo a evitare di regalare punti in partite che quest’anno abbiamo palesemente sbagliato (la trasferta di Udine su tutte, guarda caso proprio la prossima alla ripresa) potremmo davvero concretizzare qualcosa di inaspettato per come si erano messe le acque fino alla fine di novembre. È stato un 2018 intenso, da montagne russe, agitato e pieno di polemiche e rabbie: cerchiamo di finirlo con un sorriso disteso. Saponara di quei gol ce ne farà ancora tanti e ci risolverà partite molto più alla nostra portata, come quella con la Lazio o chissà quale altra nel girone di ritorno.