2013
Ci sono cose più importanti del calcio: Genova, lo sai
Parlare di calcio, in momenti come questo, è difficile. È difficile perché la morte delle sette persone nell’incidente del porto di Genova ha devastato persone, dilaniato famiglie, colpito un’intera città. Perché il dolore è straziante, e dinnanzi a certe cose il peso di questo sport si fa irrisorio, perché le persone colpite direttamente da tale tragedia hanno affari ben meno triviali e leggeri del calcio a cui pensare.
Parleremo d’altro. Parleremo di una città che si è chiusa a riccio su se stessa abbracciando i propri figli piangenti, con l’emozione e la fratellanza del silenzio assordante che in un minuto ed in tutto il primo tempo ha raccolto lo stadio Ferraris ed accompagnato lo svolgimento della partita tra Sampdoria e Catania. Con il pragmatismo di un aiuto concreto, tangibile: quello di cui la società di Corte Lambruschini si è fatta carico, destinando alle famiglie delle vittime i proventi del match. Con la forza, l’intensità, l’emotività di undici ragazzi che, sul rettangolo verde, hanno onorato le vittime, le famiglie ed un’intera città, giocando una delle partite migliori dell’anno per agonismo e forza di volontà, che non è valsa la vittoria solo perché gli errori di Da Costa e dell’arbitro hanno spostato la partita verso la direzione opposta.
Parleremo d’altro. Non della salvezza, peraltro maturata grazie alla retromarcia del Palermo che, di fatto, si è scavato la fossa da solo perdendo in casa contro l’Udinese. Non è tempo di festeggiare nè di ricordare quanto sofferta e lunga sia la storia che precede tale happy ending. Rispettare, edulcorare e cercare di svilire l’immane dolore di chi ha perso qualcosa di molto più grave di una partita di calcio, resta l’unica cosa a cui, razionalmente, viene da pensare.
Mentre scrivo, sono lontano da Genova, distante qualche centinaia di chilometri. Eppure sento un legame forte che mi congiunge alla vostra città, vi sento vicini: il mio cuore è lì, con ognuno di voi. Vi guardo e vedo una città forte, una città unita nelle sue innumerevoli contraddizioni che nascono, ad esempio, anche dal calcio ma che, in ciò che conta davvero, si sciolgono come neve al sole. Una città che supererà anche questa e tornerà bella e splendente, forte ed invincibile. Superba.