2014
Chiesa e l’arrivo di Djordjevic: «Promette bene, ma piano con i paragoni»
Da un bomber di razza, il parere è importante. Luka Djordjevic è arrivato da poco più di un mese a Genova, ma finalmente a Parma ha avuto un assaggio di calcio italiano con la Primavera della Samp. I giovani blucerchiati sono usciti sconfitti, ma il montenegrino ha destato già qualche impressione in Enrico Chiesa, tecnico della squadra giovanile doriana. L’ex attaccante di Parma e Fiorentina lo ha visto così: «Decisamente bene. Teniamo conto che una partita è troppo poco per giudicare. Ha fatto solo un allenamento con noi e il giorno dopo era in campo con compagni nuovi, però che abbia dei numeri si vede e si è visto».
PARAGONI – I paragoni forse saranno importanti: «Piano con i paragoni perché i ragazzi devono crescere con i loro tempi e senza l’assillo di strafare. Ripeto, dopo una sola partita non si può dare un giudizio, starà a lui in questi mesi dimostrare il suo valore. Penso che abbia dei numeri, ma da quando alleno mi sono ripromesso di non caricare troppo i giovani di aspettative». Un particolare del montenegrino ha colpito Chiesa: «Decisamente la progressione e la tecnica palla al piede in velocità: è un attaccante alto che parte forte e continua ad accelerare anche dopo i 30 metri e non si ferma più, restando però con la palla incollata al piede. Quello che mancava a me, che ero velocissimo nei 20 metri, ma ai 30 arrivavo senza ossigeno (ride, ndr)».
SEGRETI – La Primavera però ha perso contro il Parma e si è mangiata diversi gol: «I gol si fanno o si sbagliano, non è quello il problema. E comunque non mi riferivo solo a Djordjevic, ma anche agli altri. Ho fatto una battuta a Crespo dicendogli che dopo tutti gli assist che gli ho fatto, ora gli ho fatto anche questo da allenatore della Primavera… se i miei non sbagliavano, col cavolo che vinceva lui!». Ci si chiede se Djordjevic verrà assegnato alla Primavera in pianta stabile: «Questa è una decisione della società. Per lui, come per tutti i ragazzi che si allenano in prima squadra, l’importante è rubare ai grandi i movimenti, i segreti, le malizie dei giocatori già affermati con cui hanno il privilegio di allenarsi. Io sedicenne rubavo tutto quello che potevo ai Vialli, ai Mancini».
LINGUA E NEO-ARRIVATI – Djordjevic non parla ancora l’italiano, ma Chiesa si fa capire lo stesso: «Comunichiamo in inglese ed è anche per questo che dico di dargli tempo. Pensate cosa significhi arrivare in Italia per ragazzi come lui, dov’è tutto nuovo e doversi ambientare in fretta, facendo qualche gol. Può esser pesante. Lasciamolo crescere e vedrete che dalla progressione palla al piede che ho visto può uscire qualcosa di importante». Sugli altri neo-arrivati, Lulici e Blanco: «Lulic ha fatto un solo allenamento con noi venerdì scorso. Blanco è qui da un mese e mezzo, ma anche lui ha bisogno e diritto del suo tempo prima di un giudizio – dichiara Chiesa a “Il Secolo XIX” -. La cosa importante è che tutti sono ragazzi propositivi che vengono ad allenarsi con la giusta fame e voglia di crescere».
MIHA E CAGLIARI – Intanto la Samp sogna con il terzo posto in classifica: «Quando non si prendono gol, è sempre segno che le cose non si fanno bene solo in difesa. Il fatto che la squadra sappia difendersi tutta insieme, sopratutto nella fase di non possesso ma anche sui calci piazzati, è la parova che il gruppo sta lottando. Contro una buonissima Atalanta nel secondo tempo, la squadra ha saputo soffrire, giocando una partita di carattere». Ora si attende il Cagliari di Zeman: «Il boemo cerca sempre di arrivare alla vittoria con il gioco, ma questi giorni per preparare la sfida possono servire molto alla Samp per studiarli. La Samp di oggi ha una classifica importante e se l’è meritata».