2014

Castellini e l’ultimo saluto: «Lascio la Samp con un po’ di amarezza»

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Paolo Castellini ha raccolto le ultime cose e ha salutato tutti in quel di Bogliasco, prima di lasciare la Samp dopo due anni e mezzo da giocatore blucerchiato. La sua carriera continuerà in quel di Livorno, dove lo aspetta Di Carlo per rinforzare i labronici. In ogni caso, il difensore ha avuto il tempo di rilasciare un’ultima intervista prima di volare in Toscana, la nona operazione in uscita in casa Samp: «La mia partenza è avvenuta in un giorno particolare, l’anniversario della scomparsa di Riccardo Garrone. Un grazie lo voglio dedicare anche a lui e alla sua famiglia, per avermi dato una mano nel corso di questi mesi – esordisce un riconoscente Castellini – Lascio la Samp con un po’ di tristezza e di amarezza, perché questi due anni e mezzo, dal punto di vista professionale, non sono andati esattamente come avrei voluto».

Castellini precisa le ragioni dell’addio: «Uno dei motivi, probabilmente il principale, è proprio perché sono il tipo che non si fa andare bene le cose. Potevo restare fino a maggio, fino alla scadenza del contratto, la Samp mi avrebbe mandato via. Però non mi andava bene. Ho sempre voglia di rimettermi in gioco e penso di avere le carte in regola per poterlo fare – spiega l’ormai ex blucerchiato – Livorno è stata una scelta fatta con entusiasmo e con consapevolezza, ripeto, di lasciarmi alle spalle un periodo importante della mia carriera. Tra l’altro ritrovo mister Di Carlo, con il quale avevo già lavorato a Parma e con il quale mi ero trovato molto bene. Anche lui è un ex blucerchiato, magari quando ci verrà la malinconia potremo confortarci a vicenda…».

Una volta, Castellini disse che alla Samp sentiva di avere più avuto che dato: «Sì, è così. Perché quando parlo di dare, mi riferivo all’essere calciatore, cioè al dare in campo. E io, per diversi motivi, l’ho fatto poche volte alla Samp. A me piace essere molto autocritico. Però mi dico anche che in momenti determinati credo di aver dato tanto fuori dal campo. Mi sono preso responsabilità che nemmeno mi toccavano. E allora forse le cose un po’ si pareggiano». Il famoso uomo-spogliatoio: «Mi mancheranno da morire i primi momenti delle giornate, quando lavorando spesso per primo al Mugnaini trovavo i magazzinieri e i fisioterapisti che si stavano preparando al lavoro. E potevo condividere con loro una parte, piccola, delle loro vite – racconta Castellini a “Il Secolo XIX” – Scherzavamo, mi parlavano in dialetto genovese, ci confrontavamo. Quando sono andato via, lunedì pomeriggio, sono usciti per salutarmi mentre salivo in macchina. E ho sentito commozione nell’aria».

Ultimamente, Rossi e Mihajlovic non l’hanno fatto sentire molto parte integrante delle proprie squadre. Comunque, mai una polemica da parte sua: «La polemica non mi appartiene… Penso che Mihajlovic abbia in mano qualcosa di importante. E’ la persona giusta per la Sampdoria. Se riuscirà a mantenere questa mentalità e questa personalità, otterrà degli ottimi risultati». Ci si chiede che Sampdoria lasci Castellini: «Una Sampdoria che deve lottare per conseguire l’obiettivo stagionale, ma che ben chiaro in testa quello che deve fare per vincere le partite. E che ha la mentalità giusta. Penso che ci siano pochissime squadre in A attualmente che scendono in campo per giocarsela a viso aperto, proprio come sta facendo la Sampdoria – chiude Castellini – E si è visto anche sabato sera in casa della Juventus».

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