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Cassano: «Direttore sportivo? Devo farlo a modo mio»
Cassano riavvolge il nastro della sua vita calcistica: dai rimpianti in campo al sogno di fare il direttore sportivo
Antonio Cassano ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera durante una diretta per sdl.tv con Paolo Bonolis e Lele Adani. Ecco le dichiarazioni dell’ex attaccante barese.
CORONAVIRUS – «Sto bene, anche se potrebbe andare meglio. Sono un privilegiato, ma stiamo attraversando un momento molto buio della nostra vita. Vedo tanta gente morire e in difficoltà a livello economico, un vero disastro, spero che si possa risolvere».
RIMPIANTI – «Ho vissuto tante emozioni, sono già passati vent’anni. Le cose belle finiscono velocemente, ora mi aspetta una seconda vita migliore. Mi sono mancate la continuità e il rispetto delle regole, dei compagni, di società e presidenti. Roma, Real Madrid, Sampdoria, Milan e Inter. Ho reso il 50% di quello che potevo fare, ma bisogna accettare quello che si è fatto e sono contento così».
INTER – «È la mia squadra del cuore, l’ho sempre tifata da bambino. Quando ho avuto l’1% di possibilità per andarci, ho fatto un casino al Milan. Speravo che questo potesse essere l’anno buono».
ADDIO AL CALCIO – «A 34 anni non vedevo l’ora, da due anni a questa parte penso che sono stato uno stupido a lasciare il calcio. Non ho mai avuto infortuni, avrei potuto giocare ancora. Tornando indietro, non rifarei questa scelta. Ero in confusione: dalla Sampdoria vado al Verona, poi smetto e vado all’Entella, infine smetto di nuovo. Quando ero all’Inter ho scoperto grazie ad Ausilio il mondo del direttore sportivo, parlavamo sempre di calcio e lui ne capisce. Se qualcuno mi darà la possibilità di farlo, a modo mio, mi piacerebbe tanto».
TONALI – «Grande incontrista di buona quantità che deve crescere, ma non mi fa impazzire. A me piacciono giocatori alla Thiago Alcantara, Boadu, Ihattaren, Sancho, Mount».