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Plusvalenze Sampdoria: ricorso della Procura FIGC. Cosa può succedere
Plusvalenze Sampdoria: la Procura FIGC deposita il ricorso. Cosa può succedere nell’ambito dell’inchiesta che riguarda i blucerchiati
Nella giornata odierna è stato depositato l’appello alla Corte Federale d’Appello, che dovrà esprimersi sulla sentenza di assoluzione totale emessa dal Tribunale Federale Nazionale sul caso plusvalenze. La Procura FIGC contesterebbe i punti di assoluzione, chiedendo di riesaminare i casi. Nessuno escluso, anche la Sampdoria e i suoi dirigenti. Questo il reclamo presentato oggi dal Procuratore federale Giuseppe Chiné e dal Procuratore aggiunto Giorgio Ricciardi.
RICORSO – «Il primo e, forse, più grave motivo di erroneità della decisione gravata è la mancanza assoluta di ragioni, nell’ambito del corpo motivazionale, per le quali il giudice di primo grado abbia ritenuto di discostarsi e, per certi versi, disapplicare completamente i principi ampiamente enucleati in materia dalla Giustizia Sportiva di questa Federazione. Alla luce della cornice giurisprudenziale sopra richiamata – spiega ancora la Procura Figc dopo aver citato una serie di sentenze – che certamente aveva affermato il principio della libera contrattazione tra le parti, ma nel contempo aveva valorizzato adeguatamente le caratteristiche delle operazioni contestate, che le rendevano “anomale” anche e soprattutto nell’ottica del libero mercato, al punto da ritenere raggiunta la prova della violazione delle norme federali proprio in virtù di tali caratteristiche (reiterazione, scambio senza effetto finanziario, mancato utilizzo del diritto acquistato, ecc.), risulta evidente come il Tribunale nel caso di specie abbia – nonostante il dichiarato sospetto sorto su alcune operazioni – omesso completamente l’esame di tutti gli elementi e i dati documentali offerti nel deferimento e nella relazione di indagine, in particolare riguardo a quei plurimi elementi gravi, precisi e concordanti che rendono evidente la strumentalizzazione e l’uso improprio che le società coinvolte hanno fatto della propria libertà di contrarre, abusando delle plusvalenze realizzate sulle vendite dei diritti e omettendo la svalutazione dei diritti acquistati».