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Caso Cavani, Sosa attacca: «Il capro espiatorio è sempre un uruguaiano»
Caso Cavani, l’ex Inter Ruben Sosa ha attaccato la FA e difeso il connazionale dopo la squalifica del Matador per le presunte frasi razziali
Dopo le accuse di razzismo da parte della FA e la conseguente squalifica di Edinson Cavani, la Federcalcio uruguaiana ha lanciato un appello a favore del connazionale a cui fa eco Ruben Sosa. L’ex Inter e Lazio ha preso le difese di Cavani attraverso i microfoni di tuttomercatoweb.
«Credo che abbiano preso di mira Cavani in qualità di personaggio pubblico. Se l’avesse detto un avvocato o un architetto non sarebbe successo nulla. Noi in Uruguay abbiamo anche gli stranieri: italiani, spagnoli, africani. In ogni famiglia c’è un amico di colore, ma noi diciamo ‘negro’ o ‘negrito’ mica per offendere. È un termine intimo, affettuoso, lo dici a un amico, a un fratello. Ma anche con una persona un po’ sovrappeso usiamo il temine ‘gordito’, ma è affettuoso. Per noi sono cose normali. Ma in Europa ingigantiscono le cose. Se l’erano presa con Suarez quando non aveva dato la mano a un calciatore. Ora Cavani. Sempre addosso agli uruguayani. Facile prendersela con l’Uruguay, un paese in cui siamo tre milioni di abitanti. Ma siamo un Paese felice: siamo piccoli, ma dal grande cuore. Edinson ha dato del negrito a un amico, era una dimostrazione d’affetto: è come dire ‘fratello’. Adesso speriamo che passi questo momento difficile. Certo, dispiace che il capro espiatorio sia sempre un uruguayano. Magari vinciamo molto e si preoccupano…».