2015
Carito: «Sponsor? Non si limitano a pagare per il nome sulla maglia…»
Con il suo arrivo, Massimo Ferrero ha cambiato un po’ il quadro dirigenziale della Sampdoria. Se escludiamo il d.s. Carlo Osti, confermato al suo posto, molte cariche sono mutate con l’insediamento di Er Viperetta come patron blucerchiato. Tra queste, la nomina di Paolo Carito come nuovo direttore dell’area marketing ha portato un approccio nuovo, diverso rispetto a quello passato. E proprio Carito, che ha lavorato per lungo tempo dalle parti di Abu Dhabi, ha parlato ai microfoni de “Il Corriere Mercantile”, annunciando una serie di novità importante per il prossimo futuro doriano.
BILANCIO ED ETO’O – Carito ha tracciato un bilancio del suo primo anno alla Sampdoria: «Riconosco di aver ereditato una struttura ovviamente avviata, che ho inteso rimodulare secondo gli orientamenti della proprietà, finalizzati a un’accentuazione dei ricavi extra biglietteria e diritti tv, nel senso della sostenibilità del club. Puntiamo a triplicare gli introiti nel biennio e – stando alle proiezioni dei contratti conclusi (Joma e Pinzolo, ndr) – siamo sulla buona strada. Ma c’è ancora molto da fare». In questo, aiuta avere dei simboli come Samuel Eto’o: «Aiuta la mia area, ma non è solo sulla vendita delle maglie che una realtà come la Samp può puntare in via prioritaria».
IMPIANTO E MUSEO – C’è anche il discorso sull’impianto a tenere banco: «La ripresa in gestione di Marassi riguarda alte strategie societarie, rispetto alle quali io posso auspicare solo di aspettarmi un… regalo. Il Ferraris, una volta ristrutturato, presenta connotati ottimali per l’attuazione di iniziative diretta a valorizzarlo in senso commerciale». Anche l’idea del Museo non è affatto accantonata: «L’iniziativa è strettamente connessa all’operazione Ferraris: lo stadio si prospetta come la sede ideale per una struttura storico-espositiva. Il progetto resta centrale nella nostra idea di Sampdoria».
SPONSOR PROTAGONISTA – Diversa la situazione dello sponsor, sul quale Carito tende a esser schivo: «Non posso confermare le indiscrezioni su connotati e provenienza del nuovo main sponsor, che comparirà sulle maglie la prossima stagione, ma è indubbio che nel calcio di oggi i partner commerciali non si limitano a pagare per mettere il nome sulla maglia». Chissà che questo non sia un vago riferimento allo stadio, sul modello dell’Arsenal: l’Emirates che oggi tutti conoscono è stato ristrutturato grazie a un generoso pagamento della compagnia di Dubai per i diritti sul nome dell’impianto.
POINT E SAMP TV – Tutto ok per quanto riguarda i Samp Point, diventati tre e a pieno regime: «La rete dei tre point funziona in maniera soddisfacente. Pensiamo di ampliarla con altri negozi di portata locale, senza trascurare la possibilità di espanderci anche oltre il territorio nazionale, sempre nella prospettiva di sostenibilità e con riguardo alle potenzialità del commercio elettronico». Anche su Samp Tv le novità sembrano positive: «Intendiamo rispondere alle esigenze dei tifosi, che vedono nella tv ematica una grande opportunità, ampliandone l’offerta oltre il senso esclusivamente calcistico e sfruttando le potenzialità di diffusione insite nel digitale terrestre alla Rete per una questione economica ed editoriale, nella prospettiva di ottenere maggiori ascolti e risorse».
VIAGGI ALL’ESTERO – Infine, la tournèe estiva, di cui si parla spesso. I dettagli però rimangono ancora da discutere, visto che la Samp è in corsa per l’Europa League: «L’ultima parola spetta all’area tecnica, ma abbiamo ricevute svariate proposte interessanti, segno di una nuova attenzione a una Samp in crescita. Ogni decisione sarà subordinata all’esito della stagione e, quindi, alla necessità di evitare sovrapposizione di date tra vacanze dei calciatori, tournèe e calendario della prossima stagione».