Editoriale
Evviva il colpo di coda
La Sampdoria chiude il mercato con due botti finali, che rendono la rosa più competitiva e completa: la salvezza è un obiettivo troppo riduttivo
Il finale di mercato è, in tutta onestà, il momento più bello dell’estate (e dell’inverno, quando ci si ritrova nella sessione di riparazione): sia perché finalmente finisce lo stress delle trattative, dei nomi, delle voci di corridoio, delle cifre, delle modalità di trasferimento, sia perché alla fine si concretizzano sempre gli affari migliori, o comunque quelli che ti permettono di cambiare la valutazione al tuo operato. Il colpo di coda, insomma. Zapata e Strinic lo sono, per il nostro mercato, e sebbene fossero nell’aria da qualche giorno, da più di una settimana, l’aver ricevuto l’ufficialità fa tutto un altro effetto, soprattutto dopo l’inserimento del Sassuolo a metà settimana.
Duvan Zapata è l’acquisto più costoso di sempre della Sampdoria, anche se arriva in prestito e dovrà essere pagato soltanto la prossima estate – sostanzialmente a rendimento ottenuto – e dimostra un trend abbastanza comprensibile: se fossimo rimasti solo con Caprari e Quagliarella non saremmo mai potuti andare oltre una tranquilla salvezza, nonostante tutti gli sforzi che il nostro allenatore avrebbe potuto metterci; adesso con Zapata, che penso si farà affiancare da Quagliarella, possiamo pensare a qualcosa di più, possiamo pensare di andare a infastidire qualche altra squadra di media classifica e tornare a competere con Torino, magari Lazio e tenere sotto di noi, senza troppi patemi, Fiorentina e Atalanta. Ma non finisce qui, perché con Strinic dovrebbe andare a rinforzarsi, in maniera finalmente assoluta, la fascia sinistra: diventa a questo punto inspiegabile l’investimento su Murru, costato anche parecchi milioni, così come avrebbe avuto più senso investire a destra, dove siamo rimasti con Sala e Bereszynski, ma immagino Giampaolo abbia indicato la fascia mancina come quella più pericolante. Come dimostrato anche contro la Fiorentina, d’altronde. Ma il campionato ci dirà di più, già nelle prossime gare.
L’uscita di Schick, insomma, ci ha permesso di sbloccare un po’ di trattative in entrata e la partenza verso la Roma del nostro ex numero 14 non può che essere premiata: Ferrero è riuscito a incassare più di quanto gli avrebbe dato la Juventus e ha venduto un giocatore che, oramai, a Genova non voleva più starci. Non per cattiveria, sia chiaro, perché la situazione è simile a quella di Spinazzola: il giocatore aveva annusato la possibilità di coronare un sogno, perché giocare in una big è un sogno, e quando si è visto strappare quel sogno non è più tornato a essere tranquillo. Schick doveva andarsene ed era giusto che andasse via, soprattutto se per più di 35 milioni, una cifra incredibilmente alta per un giocatore che sicuramente dimostrerà di essere un campione, ma che veniva comunque da mezza stagione positiva in blucerchiato. Il successo maggiore, però, va al mercato fatto a centrocampo: non solo abbiamo tenuto Torreira, Linetty, Barreto, Djurjcic e Praet, ma abbiamo ceduto Bruno Fernandes per prendere Gaston Ramirez, che in due partite si è già presentato con un altro piglio, e aggiunto Verre e Capezzi, che daranno sicuramente una lunghezza diversa alla panchina. Il reparto mediano, insomma, è un fiore all’occhiello.
Ultimo applauso alla linea verde: al di là di Kownacki, che sarà un ottimo sostituto a gara in corso e un’ottima quarta punta, più di quanto non lo sia stato Budimir, l’arrivo di Andersen e di Mikulic rappresentano due buoni innesti per continuare a lavorare su quei giovani che, sappiamo bene, Pecini conosce meglio di chiunque altro. Magari Mikulic sarà il prossimo Mustafi, o il prossimo Skriniar, ma intanto proviamo a tenerci Ferrari. A giugno dovremo sborsare un bel po’ di soldi tra lui e Zapata (più di 35 milioni), quindi sarebbe bello se ad aiutarci con queste spese ci fosse qualche supporto europeo. Chissà. Intanto bravi tutti: quest’anno partiamo con 6 punti in sacca e una squadra competitiva. E ai primi di luglio non me lo sarei mai immaginato.