Cagni: «Serve un assetto solido, sul ritiro dico questo. Cambio di modulo? Non serve, ecco a cosa deve pensare Sottil» - ESCLUSIVA - Samp News 24
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Cagni: «Serve un assetto solido, sul ritiro dico questo. Cambio di modulo? Non serve, ecco a cosa deve pensare Sottil» – ESCLUSIVA

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Luigi Cagni, ex allenatore della Sampdoria, ha parlato in esclusiva ai microfoni di SampNews24: le sue dichiarazioni

Un punto in tre partite e la necessità di ripartire. La Sampdoria dovrà invertire la rotta al ritorno dalla sosta per le Nazionali, già a partire dalla prossima sfida di Serie B sfida con il Palermo. Intanto, il tecnico Andrea Sottil riflette sul sistema di gioco, cercando le soluzioni migliori per dare nuova linfa alla sua squadra. Di questo, e di tanto altro, ha parlato in esclusiva Luigi Cagni, ex allenatore dei blucerchiati, a SampNews24.

La Sampdoria ha faticato nelle ultime sfide prima della sosta, portando a casa un solo punto in tre partite. Come le è sembrata la squadra di Sottil?

«C’è un dato, se vogliamo anche numerico, più importante di altri: la Sampdoria è una squadra senza continuità, sia in partita che in campionato. Serve trovare un assetto solido, che faccia risultati. Questo dev’essere l’unico pensiero di Sottil, al di là di giocare bene o giocare male. È quello a cui devono pensare tutte le squadre in questa situazione: avere il risultato come unico obiettivo. L’importante non dev’essere vincere, ma non perdere. L’aspetto psicologico è determinante in queste situazioni, non il fatto di vincere a tutti i costi. Poi la squadra è forte e può vincere contro chiunque. Serve solo la sicurezza del risultato, e quindi sia giocatori che allenatore devono avere delle certezze.»

Dopo la sconfitta di Pisa, la squadra ha svolto alcuni giorni di ritiro. Secondo lei è stata un’idea giusta?

«Bisogna conoscere le cose dal di dentro. Per mia esperienza personale ci sono state volte (poche in confronto ad altre) in cui ciò ha dato risultati, in altre invece no. Qua il discorso è sempre lo stesso: gli allenatori, al giorno d’oggi, non devono pensare alla tattica come prima cosa, ma ad insegnare ai giocatori come si fa questo mestiere, che è un mestiere di sacrificio. I giocatori devono sapere che hanno doveri giornalieri per fare uno sport, e per arrivare a ottenere ottime prestazioni serve una vita sana. E subito dopo viene l’aspetto mentale. Bisogna lavorare, insomma, sull’aspetto psicofisico dei giocatori. Un calciatore deve correre per un’ora e mezza, non ci sono scuse, e per fare questo servono questi due fattori. Nel momento in cui fai questo tutto viene di conseguenza, poi arriva la tattica: se parti dalla tattica stai sbagliando.»

Cosa può servire alla Sampdoria per ripartire dopo la sosta?

«Servirà toccare le corde giuste, e per esperienza personale serve fare risultato: poi tutto il resto verrà da sé, perché la squadra è forte. Ho litigato per una vita con Zeman, perché diceva che perdere 4-0 o 1-0 è la stessa cosa, sono sempre zero punti in classifica. Ma non è così, è molto diverso. Il risultato psicologicamente fa molto, nel calcio come in qualsiasi campo. L’estetica non c’entra niente: io devo fare risultato e prima di tutto non prendere gol. Il resto viene da sé, quando acquisisci serenità. Ma l’importante è non prendere gol, anche giocando male, perché fai risultato e psicologicamente dai un colpo alla squadra.»

Ritiene corretta la scelta di confermare Sottil fino a Palermo, anche se la sfida rischia di essere il capolinea per lui?

«L’allenatore sa che vive situazioni di questo tipo. Se non sai reggere la pressione dell’esonero, non sei adatto a fare questo mestiere al giorno d’oggi. Ma non penso che Sottil abbia di questi problemi. La prima cosa è sapere cosa fare: a Brescia, a 12 giornate dalla fine, la squadra aveva preso 52 gol e perso 7 delle ultime 9 gare giocate, ed erano già retrocessi. Secondo lei, quando sono arrivato, ho detto “Dobbiamo vincere”? E infatti abbiamo fatto 6 pareggi consecutivi, poi abbiamo cominciato a vincere. Su 12 partite giocate ne ho persa una. Ma perché li ho messi a posto a livello psicologico.»

Il cambio di modulo può essere una soluzione ai problemi di questa squadra?

«Il modulo non c’entra: se non corri, se non c’è intensità, sono discorsi che non servono a nulla. Solo se hai tutte queste qualità allora ha un senso. Se hai 11 giocatori che coprono il campo, puoi fare risultato lo stesso; quando hai la condizione psicofisica giusta poi si può parlare del modulo, di mettere in campo la qualità tecnica. Se fossi Accardi, andrei nello spogliatoio e direi: “Dovete fare questo, mangiare questo e impegnarvi tutti i giorni, perché tutti i giorni vi pago allo stesso modo”. Ma questo è il problema del calcio di oggi: noi chiediamo queste cose ai giocatori, ma io ti pago, sei tu che devi già sapere queste cose.»

Passando alla Serie A: quale può essere un bilancio dopo questo primo terzo di campionato? Chi è la favorita per lo Scudetto?

«Gli equilibri sono cambiati, ma io faccio una valutazione diversa. La cosa che mi impressiona è che c’è un gruppo di squadre due spanne sopra a tutto il resto. Io vedo le prime cinque-sei a lottare per lo Scudetto, mentre tutte le altre avranno i loro obiettivi da raggiungere.»

La Nazionale, invece, ha ottenuto un ottimo risultato contro il Belgio. Cosa si aspetta dagli uomini di Spalletti in questa sosta?

«Siamo ancora all’inizio, con una squadra in costruzione. L’Italia è questa, e Spalletti, avendoli poche volte, sta facendo un grande lavoro, ma voglio vederli giocare contro le big per valutare il discorso europeo. Quando affronterà Spagna o Inghilterra vedrò come sono. I giocatori sono questi, ma siamo una squadra molto giovane, quindi non vedremo dei risultati immediati. Dobbiamo avere pazienza, sia noi che quelli che giudicano.»

Si ringrazia Luigi Cagni per la disponibilità e la gentilezza dimostrate durante l’intervista.

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