Editoriale

Di risposte non ne ho

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Un pareggio inspiegabile e difficile da raccontare a chi non ha visto la partita. Chi l’ha vista, invece, non può far altro che domandarsi come sia potuto accadere

Ieri sera ho raccontato a un amico com’è andata la partita della Sampdoria: gli ho spiegato che eravamo in vantaggio per 2-0 dopo mezz’ora, che il Cagliari aveva esaurito i cambi già dopo 40 minuti per tre infortuni e che la stavamo letteralmente dominando. “Come avete fatto a pareggiare, allora?”, mi ha chiesto subito dopo. Non ho saputo rispondergli.

Per la prima volta in questa stagione la Sampdoria era riuscita, giocando in trasferta, a non regalare il primo tempo agli avversari: l’aveva fatto con l’Udinese, con l’Inter, con il Bologna, andando a memoria e senza recuperare il calendario preciso e minuzioso. Eppure abbiamo pensato bene di regalarlo un tempo, il secondo. Se Viviano non avesse commesso quel malsano errore, sono onesto, staremmo parlando di un’altra partita: un rinvio così, però, non è concepibile. Persino a Fifa – visto che in questo periodo gli esport hanno conquistato anche il calcio – si sconsiglia sempre il rinvio centrale, che, si sa, finisce nei piedi dell’avversario. In questo caso sulla schiena. Non si può giustificare una leggerezza così grande, ma si può guardare il bicchiere mezzo pieno: abbiamo preso un punto fuori casa dopo due sconfitte consecutive (Bologna e Lazio), quindi Cagliari è servito per tornare a far punti.

Chiaramente è una magra consolazione, perché la Sampdoria ha letteralmente buttato al vento tre punti che potevano fare molto comodo per mantenere gli avversari ben distanti: posto che la Fiorentina affronta il Napoli, e quindi anche un solo punto per i gigliati sarà guadagnato, le altre inseguitrici non rimarranno a sei punti di distanza per sempre e prima o poi inizieranno a ingranare la marcia. Non resta quindi che chiederci se la magia che ci ha portato fino a questo punto non sia improvvisamente sparita, perché mi auguro che la risposta sia “no”. Nel primo tempo la squadra ha girato ottimamente, soprattutto dalle parti di Ramirez, che è stato fondamentale in svariate occasioni, poi s’è spento il fuoco e l’ardore che era nel cuore e nelle gambe dei blucerchiati. Un peccato di dimensioni gargantuesche, che va subito dimenticato con una vittoria in Coppa Italia, con un avversario che abbiamo già saputo domare e che dobbiamo domare nuovamente. Poche scuse, poche chiacchiere, pochi errori.

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