2013

Cacciatore, la misteriosa rivelazione di Verona

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Chi pensava che Fabrizio Cacciatore potesse essere una promessa per i colori blucerchiati si sbagliava. Evidentemente errava anche pensando non potesse essere una piacevole rivelazione.

Arrivato alla Samp da giovanissimo, realizza finalmente la sua prima rete in Liguria nella sfida di Europa League il 16 settembre 2010 contro il PSV Eindhoven, facendo presagire ai più aperti mentalmente una nuova scoperta dell’ambiente doriano, seppur la società abbia preso la decisione di fargli fare le ossa altrove e di non tenerlo ulteriormente in panchina.

Il Siena lo nota, lo vuole a tutti i costi e lo ottiene in prestito, con un diritto di riscatto mai adottato dai toscani: sono solo sei le presenze collezionate nel 2011 in cadetteria: poche ma buone, verrebbe da dire. Nemmeno quello.

Il 7 luglio rimane sempre di proprietà della Sampdoria ma si trasferisce al Varese, dove non viene privato della fiducia del tecnico, allora Maran, e conclude una stagione con un assist quasi prezioso fornito a De Luca per il gol del momentaneo pari proprio contro i doriani, nella finale di andata dei playoff. Una promozione sfumata e una storia che continua, sempre in Serie B.

Non sembra esserci una via di sbocco per il difensore, se non prima di approdare al Verona e di trovare la promozione. Mandorlini crede in lui, lo conferma anche la stagione successiva confermando l’opzione per l’acquisto della compartecipazione del cartellino. Il 19 giugno 2013 il comunicato ufficiale, visto come un sogno tanto atteso e, dopo tanto, avveratosi. Un inizio corale scoppiettante, all’inseguimento delle grandi di A sotto il nome di neopromossa. Cacciatore viene considerato sempre più il pilastro del reparto difensivo, quanto sono fondamentali per Toni le sue cavalcate sulle fasce: fosse solo per quello. Invece no: il nativo di Torino si ritrova sui piedi tre palloni importanti, a cominciare dalla sfida contro la Juventus, tutti depositati con abilità oltre la linea di porta. Di seguito tre esultanze particolari, forse la voglia di rivalsa espressa dal calciatore dopo tante indecisioni vissute da altri e proiettate sulla propria pelle.

E ora, in un momento di rinascita per la Samp, sul cammino si presenta l’ostacolo Verona: una Samp che, oltre ad avere timore dei vari Iturbe e Jorginho e via dicendo, teme le incursioni e le invenzioni del rinato Cacciatore. Perché, quando ci si aspettava un futuro blucerchiato per lui, lo si vede vestire altri colori e il rimorso cresce. Lui ritrova il passato, che teoricamente sarebbe ancora presente e probabilmente futuro: pronto a beffarlo un’altra volta, proprio quando la storia vissuta non gli ha giovato.

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