2013

C’è chi dice “NO”: il partito preso dei contrari allo Stadio…

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Nel Medioevo si era attanagliati dalla paura del monito “mille e non più mille” e il futuro era avvolto da alone di mistero, terrore e sgomento. I quattro Cavalieri dell’Apocalisse avrebbero cavalcato sulla terra portando Pestilenza, Guerra, Carestia e Morte? E’ con la stessa espressione di sgomento e terrore che gli esponenti del “No, Stadio alla Fiera” si oppongono alla costruzione dell’impianto che dovrebbe rilanciare un quartiere che, Salone Nautico e qualche sporadica Fiera, è già morto da tempo.
A sentire le istanze dei “contrari” sembra quasi che gli abitanti della Foce abbiano già le valigie fatte e le macchine con il pieno, pronti a vendere la propria abitazione, per fuggire dallo spauracchio dello Stadio in Fiera.
La prima questione dei contrari alla Fiera è che il quartiere diventerebbe invivibile, il traffico aumenterebbe in maniera esponenziale e anche il commercio locale ne patirebbe. Bene, posto che il progetto Stadio creerebbe dei posti di lavoro, vediamo un attimo cosa di queste istanze preoccupanti sia veramente da tenere in considerazione.
Traffico in zona Foce. Dal progetto illustrato sono tante le innovazioni in materia di circolazione: abbatimento di parte della sopraelevata tanto odiata dai genovesi che la definiscono come una cicatrice sul volto di Genova e che ora sembra venerata da coloro i quali non vogliono lo stadio alla Fiera; il ridisegno di due ingressi per gli eventi in Fiera incluso la riorganizzazione per il parcheggio in Piazzale Kennedy. La zona Foce è sempre trafficata ma non meno di Marassi o della zona del Corso Europa, la gente si reca a lavoro tutti i giorni, ci sono le scuole e Genova è una città che a viabilità ha sempre avuto problemi. Chi dice “no” al progetto lamenta un incremento dello stesso: la partita a chi non lo sapesse c’è una volta alla settimana e non tutte le settimane, verosimilmente crea più traffico il mercato settimanale a piazza Palermo che lo Stadio alla Fiera.
Danneggiamento dei commercianti. Garrone ha affermato che lo “Stadio in Fiera” creerebbe dei posti di lavoro e non toglierebbe lavoro ad altre attività commerciali. Il lattaio o il veduriere della Foce possono stare tranquilli, non ci sarà una Fiumara 2.0, se ci saranno degli esercizi commerciali saranno chiaramente orbitanti intorno allo stadio quindi nell’ambito sportivo e di merchandising. Un stadio all’avanguardia che porta turismo in città crea del commercio non lo annienta, è un semplice principio del mercato: più afflusso di gente, più commercio sul territorio. E, per adesso, non è che la gente si ammazzi per venire a visitare Genova. Anche il Salone Nautico ha avuto una deflessione notevole.
Struttura troppo invasiva e impattante. Le gru non sono ancora in marcia verso la Foce ma c’è già chi urla all’eccessivo impatto ambientale. La struttura per stessa ammissione di chi l’ha progettata sarebbe meno invasiva e in altezza non supererebbe le attuali presenti in loco.
A questo punto c’è da porsi una domanda: perchè essere contrari per principio a un progetto che non hanno ancora valutato? Ad esclusione dei Genoani che la loro è un’opinione non richiesta e poco obiettiva, di cosa hanno paura gli altri? Dei nuovi posti di lavoro? Delle nuove opportunità per la città di avere concerti, eventi sportivi di scala europea? Dell’aumento del turismo?
Ah, giusto, siamo a Genova, la città che ha dovuto aspettare quasi dieci anni per avere una metropolitana che fa ridere solo a vederla; la città dove il nuovo e il progresso viene guardato con sospetto e se possibile stroncato. Genova, che ha dato i natali a Cristoforo Colombo, ma che è chiusa alla scoperta e all’innovazione. Genova, la città che si muove come il gambero e il granchio: di lato e indietro, avanti mai.

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