Bruni, ex-allenatore della Primavera: «Lui e Zaza? Quanto erano forti» - Samp News 24
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2015

Bruni, ex-allenatore della Primavera: «Lui e Zaza? Quanto erano forti»

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Non ha certo lasciato un bel ricordo qua a Genova, data la sua ingratitudine verso i tifosi e la società che l’hanno lanciato nell’Olimpo del calcio: al “Ferraris”, Mauro Icardi non è mai stato ben accolto, specialmente dal momento in cui la sua esultanza irriverente durante quel Samp-Inter scatenò le ire di tutti i blucerchiati presenti allo stadio e non.

Tanto irrispettoso, quanto bravo, quell’argentino. Eh sì, perchè quel diciannovenne che arrivò nel 2011 alla Sampdoria dalla “Cantera” del Barcellona, farà poi sfracelli in campo e incanterà tutti i tifosi doriani con le sue giocate e i suoi gol. Un dato che tutti si ricorderanno, nonostante la cattiva reputazione del giocatore, è che tre dei suoi gol servirono a vincere sia all’andata che al ritorno contro la Juventus, durante la stagione 2012/2013. Un’impresa, direi. Ma non finisce qui, perchè con la maglia dell’Inter si è ripetuto e ne ha segnati altri tre, diventando una vera e propria maledizione per Buffon.

Ora Icardi non ha certo bisogno di presentazioni, è un giocatore fin troppo famoso, dentro e fuori dal campo, ma esiste chi ci può dire qualcosa in più del Maurito che abbiamo sempre visto, e si tratta di Luciano Bruni, il suo primo allenatore in Italia: «Mi è bastato un allenamento per capire che aveva grandi qualità. Doveva ancora un po’ crescere eh, ma sotto porta era già straordinario. Tant’è che io nei giorni successivi al suo arrivo mi chiedevo in continuazione, ‘perché il Barcellona ha scartato uno così bravo, avrà problemi caratteriali?’. Invece no. Era ed è un ragazzo splendido. Educato, sempre disponibile, propenso al lavoro. Io mi ero molto affezionato a lui».

Non si può essere perfetti in tutto, di fatti l’ex-tecnico della Primavera ricorda ancora qualche neo nelle sue performances: «A fine allenamento, quasi sempre, quando gli altri andavano nello spogliatoio, io e lui rimanevamo in campo. Attaccava male lo spazio ed io, quasi sempre, lo trattenevo per fare una sorta di seduta personale. Beh, Mauro si lamentava un po’. Ogni volta mi diceva, ‘ma ancora mister?’». Il lavoro individuale funziona e i risultati in campo non tardano ad arrivare: «Quando, di recente, l’ho visto fare determinati gol su situazioni sulle quali lavoravamo, sono stato molto soddisfatto. Ho un bellissimo ricordo.  Davvero una grande persona, forte anche caratterialmente. Nonostante tutto, però, è molto umile. In un Torneo a Valencia segnò di testa in seguito ad un movimento che gli avevo indicato dalla panchina. Una rete importante, tra l’altro. Mauro anziché festeggiare, venne da me e mi disse ‘sei un grande, è tutto merito tuo’. Vedrete che farà tanta strada».

Un altro giocatore presente in organico quell’anno, un certo Simone Zaza, farà parlare di sè, e Bruni se lo ricorda bene: «Lui e Mauro sono stati i due calciatori più forti che ho allenato. Zaza era arrivato alla Sampdoria – rivela a gianlucadimarzio.com con delle credenziali negative. Ricordo che avevo chiamato un dirigente dell’Atalanta, il quale mi disse ‘Hai preso una testa calda, ti creerà problemi’. Il primo giorno di allenamento, allora, lo presi a metà campo e ci parlai in maniera molto chiara. ‘Il primo errore che fai, paghi’, gli dissi così. Si vedeva già che era molto più malizioso degli altri compagni di squadra. Ma quanto era forte.  Era sprecato per il campionato Primavera». Testa calda? Neanche più di tanto, tranne che per un episodio: «Nel complesso non mi diede mai problemi. Una volta lo dovetti riprendere perché gli arrivavano pochi palloni e per questo lui rimproverava in continuazione i suoi compagni. Tra noi si era instaurato un bel feeling, bastavano due occhiate per capirci. Simone ha un bel caratterino – conclude – ,è uno che vuole sempre giocare e per questo credo che ora stia soffrendo un po’. Ha bisogno di più spazio, ma farà grandi cose».

 

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