2013

Bovenzi e la carica del preparatore: «Ci vorrà molta intensità»

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E’ arrivato un po’ sotto voce, ma gli esperti del settore lo conoscevano bene. E poi lui, domenica al “Ferraris”, si è presentato in maniera particolare: Orsato l’ha cacciato a metà del primo tempo. Antonio Bovenzi, il nuovo preparatore atletico della Samp, ha subito trovato il modo di farsi conoscere al mondo blucerchiato. Una carriera spesa tra Lodigiani, Giulianova, Fermana, finché non ha incontrato Ivan Carminati alla Lazio: «E’ stata la svolta. Da lì sono passato all’Inter, seguendo Mancini, e ho conosciuto Mihajlovic. Mi ha affascinato il suo carattere, il suo essere uomo vero – esordisce Bovenzi nella sua intervista – E’ un diretto che non ti tradirà mai. Caparbio, meticoloso e vediamo il calcio nella stessa maniera. Quando Sinisa ha deciso di camminare con le proprie gambe, mi ha chiamato con lui». Una realtà, quella di Genova, ben diversa da quella in cui Bovenzi era immerso dieci giorni fa: «Lavoravo per una squadra di Dubai, l’Al-Wasl. Ma avevo una clausola nel contratto: in caso di chiamata di Mihajlovic, mi sarei liberato immediatamente – afferma il preparatore atletico blucerchiato – E così è stato. Riparto dalla Samp. So quello che vuole Sinisa a livello fisico e lavoreremo per quello. Inizialmente conserveremo i protocolli precedenti, almeno fino a Natale, quando potremo effettuare i nostri test funzionali. Vogliamo intensità, altissima intensità. Magari non si faranno allenamenti particolarmente lunghi, ma dovranno essere sempre fatti al massimo».

Bovenzi non è certo uno sprovveduto e volta lo sguardo alla tecnologia: «Considero i GPS fondamentali per questo lavoro – afferma a “Il Secolo XIX” – uso anzi un software particolare che in questi giorni adatterò agli apparecchi. Credo che in Serie A tutti siano preparati e che la differenza la facciano i dettagli». A proposito dell’intensità, la si è vista negli allenamenti di ieri, specie per coloro che non hanno giocato con la Lazio: sette minuti (poi ridotti a sei) di fuoco, con cinque metri da percorrere in cinque secondi, poi cinquanta in dieci. A seguire una navetta di diciotto metri (nove più nove) al 90% del massimale e per chiudere altri cinquanta metri in dieci secondi. Sull’espulsione di domenica, invece, Bovenzi ha detto la sua. Un’espulsione che, per altro, ha portato alla squalifica del Giudice Sportivo: «Mi è spiaciuto per il rosso, si è trattato di un equivoco. L’arbitro aveva appena ammonito Lulic, che aveva fatto un fallo fermando la nostra azione. Mi è scappato un “vaff…”, ma per la situazione in generale, non era rivolto a Orsato – ha raccontato Bovenzi, alla prima gara nella Samp – Lui è arrivato e mi ha cacciato. A fine gara sono andato a chiedergli scusa nel suo stanzino e lui mi ha detto: «Sì, sì, stia tranquillo Bovenzi, è tutto a posto…». Non so perché ma, quando mi ha chiamato per cognome, ho capito che mi avrebbero squalificato».

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