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Bosotin e il derby della scimmia: «Vi racconto la storia»

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Claudio Bosotin racconta lo storico sfottò della scimmia nel derby del 1983: «Andai al Circo Medrano a prenderla, ma all’entrata dello stadio fecero problemi»

Presente o meno quel giorno a uno dei tanti Derby della Lanterna andati in scena al “Ferraris”, ogni tifoso della Sampdoria non può non aver visto almeno una volta nella vita la storica foto della scimmia accompagnata in campo con una maglietta del Genoa indosso. Era il 1983 quando Claudio Bosotin, colonna portante del tifo blucerchiato, nonché fondatore degli Ultras doriani, metteva in scena uno dei più memorabili sfottò di tutti i tempi, rimasto fino ad oggi nell’immaginario dei tifosi genovesi di entrambe le fazioni: «Il putiferio ho scatenato con quella storia… Il Genoa aveva appena preso Eloi, il brasiliano. Eravamo nel 1983, quando ancora gli sfottò erano possibili e senza filtri. Passando davanti al Circo Medrano – ha raccontato Bosotin a Calcio 2000 – ho deciso di andare dal direttore: volevo una scimmia per una manifestazione sportiva. Gli ho lasciato una catena d’oro e le chiavi della macchina per avere la scimmia. Il giorno del Derby, mi sono presentato con la scimmia con, addosso, la maglia di Eloi». Fino a qui, tutto secondo i piani. Al momento di entrare allo stadio, però, ecco che si presenta il primo problema: «Il carabiniere allo stadio mi ha fermato e mi ha detto: “Mi scusi, gli animali non possono entrare…”. Ricordo che ho risposto: “Questo non è un animale, è mio figlio. Se lei li fa meglio, mi faccia sapere come fa…”. Se ne parla ancora oggi di questa storia. Ora non sarebbe più possibile – chiarisce -, ma quelli erano altri tempi».

Aneddoti finiti? Macché. Bosotin può vantare una memoria decennale su tutti gli episodi accaduti in casa Sampdoria, e di certo anche sull’ex allenatore blucerchiato Vujadin Boskov: «Prende casa a Nervi, vicino a Genova. Mi fa chiamare e mi dice: “Domani tu passi a prendere me e mi porti a casa. Ci vediamo alle cinque del mattino” (altra imitazione da parte del “Boso”, ndr). Io, insieme ad un amico, alla mattina seguente mi faccio trovare da lui che subito mi fa notare che sono le cinque e cinque minuti… Mi dice: “Tu vai, prendi autostrada e vai“… Mi pare strano prendere l’autostrada per andare a Nervi ma il Mister è lui. Appena vedo l’uscita per Nervi, mi infilo ma Boskov si arrabbia: “Dove vai tu? Dove stare andando?”. Gli spiego: “A Nervi, Mister, a casa sua…”. Boskov si mette le mani nei capelli sconsolato: “Ma no, ad Ascoli, andiamo a casa mia ad Ascoli a prendere due cose”. Per la cronaca – ricorda infine – abbiamo riempito un furgone per prendere le sue cose… Un mito».

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