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2013

Bistazzoni e l’1-0 del 1982: «Altri tempi». E su Da Costa…

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Corsi e ricorsi storici. 12 settembre 1982: all’epoca, la Samp era una neo-promossa, ma non ebbe paura di fronte alla Juventus di Giovanni Trapattoni, piena di campioni del mondo ed impreziosita dalle presenze di Platini, Boniek e Bettega. Tuttavia, la Sampdoria di Renzo Ulivieri – tornata in A dopo cinque anni di cadetteria – vinse con un gol di Ferroni, segnato sotto la Gradinata Sud. A ricordare quel giorno ci ha pensato Guido Bistazzoni, all’epoca portiere titolare del Doria: «Indimenticabile anche perché quel giorno ho esordito in A, a 22 anni e mezzo. Fu una vittoria meritata perché non ricordo di aver compiuto grandi parate – commenta l’ex estremo difensore blucerchiato – invece, ricordo bene il caldo, la festa dei nostri tifosi, la gioia negli spogliatoi. Ricordo la tensione che mi prendeva sempre più mentre ci avvicinavamo al fischio d’inizio. Avevo perso due chili».

Un altro calcio, quello degli anni ’80. Non c’erano video dell’avversario da studiare, né la pre-tattica a cui assistiamo oggi, giochini mentali compresi: «Allora i ritmi non erano così forsennati – ricorda Bistazzoni – stavi lì mezz’ora ad aspettare la giocata dei compagni più bravi, quelli che sapevano metterti davanti alla porta. Ricordo che Ulivieri ci aveva detto di stare bene chiusi dietro perché la Juventus era decisamente più forte, pronti eventualmente a colpirla in contropiede. E infatti il gol decisivo di Ferroni arrivò proprio in quel modo: aveva rubato palla a metà campo e si era presentato direttamente davanti a Zoff». Come ieri, oggi la Juventus è campione d’Italia ed esordirà proprio al “Ferraris” contro la Sampdoria: «Non si può fare un paragone, perché quella squadra era tecnicamente più forte: c’erano Francis, Brady, Mancini ed un gruppo con un tasso d’esperienza maggiore – dice Bistazzoni, 53 anni – questa è una squadra giovane, che si sta costruendo nel tempo, alla quale bisogna dare tempo e fiducia».

Bistazzoni, tra l’altro, ha lavorato a lungo per la Samp come preparatore dei portieri, perciò conosce benissimo gli attuali tre interpreti blucerchiati del ruolo: «Sì. E per questo, siccome non c’è più Romero, spero che venga data la possibilità a Da Costa di dimostrare il proprio valore – confessa l’ex Doria – è bravo e se la merita tutta». Nel 1982, quel caldo pomeriggio di settembre, molti del gruppo attuale non erano neanche nati e solo un membro dell’attuale staff blucerchiato era presente: Giorgio Ajazzone, il team manager della Samp, che racconta così il suo Samp-Juve: «Seduto sulla panchina vicino all’uscita degli spogliatoi, sotto la Sud, insieme al ragionier Rebuffa – rimembra l’ex portiere – il mio ricordo è Liam Brady che viene a battere un calcio d’angolo e ha la schiuma alla bocca, come un felino pronto a sbranare la preda. Impressionante». Chissà che la Samp non sappia ripetere un’impresa del genere a 31 anni di distanza.

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