Biabiany si racconta: «Non mi aspettavo la cessione alla Sampdoria» - Samp News 24
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2014

Biabiany si racconta: «Non mi aspettavo la cessione alla Sampdoria»

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Jonathan Biabiany si racconta, e lo fa ai microfoni calciomio.fr. L’esterno francese, in comproprietà tra Sampdoria e Parma, comincia a raccontare la sua avventura in Serie A proprio dall’inizio, dal momento del suo trasferimento a Milano. Dopo diversi provini in club francesi, arriva la chiamata da quella squadra nerazzurra di Milano, che decide di fare suo il promettente calciatore. Un’esperienza sicuramente positiva fin dall’inizio: «E’ andato tutto bene, e a Milano ho trovato anche tre amici connazionali».

Si comincia quindi a fare sul serio: Mancini, allora mister nerazzurro, crede in lui e decide di inserirlo nella prima squadra per gli allenamenti e non solo, con il debutto in Coppa Italia: «Ho iniziato ad allenarmi coi grandi all’età di 17 anni per una amichevole ed essendo piaciuto molto a Mancini mi ha chiesto di allenarmi spesso con loro. Un giorno decise di inserirmi al posto di Figo, io non ci credevo».

Poi però, è arrivato il momento di farsi le ossa: prima il Chievo, poi il Modena in Serie B, con le convocazioni tra i giovani galletti transalpini: «Anche quando ero in Serie B ero stato chiamato dalle nazionali giovanili, poi a Parma ho fatto progressi signidicativi e incontrare Guidolin è stato molto importante per me. Mi ha dato grande fiducia e persino chiesto di giocare sempre la prima palla su di me. Ho avuto una buona annata e ho giocato anche un paio di volte con l’Under 21: purtroppo non sono stato fortunato perchè dopo una prima partita buona mi sono fatto male contro il Belgio in una gara importante».

E poi, con Benitez, il ritorno alla casa base nerazzurra. Un’avventura breve ma intensa, con quella rete al Mondiale per Club che è valsa il titolo all’Inter: «Anche se era stato Mourinho a volermi e invece fu Benitez ad allenarmi, ma anche lui ha avuto grande fiducia in me. Lui ha avuto problemi con diversi senatori che erano vicini a Mourinho e non amavano i suoi metodi, come Materazzi e Stankovic, così i giovani come me e Coutinho hanno giocato di più. Sono stato fortunato perchè dieci giorni prima del Mondiale per Club mi sono fatto male ma lui mi ha detto che mi avrebbe portato comunque e avendo recuperato a due giorni dalla finale, sono entrato nella ripresa e segnato il gol più importante della mia carriera, contribuendo alla vittoria del trofeo più bello vinto da quando gioco a calcio».

E poi la cessione alla Sampdoria, al tempo di Leonardo sulla panchina interista che aveva deciso di puntare su altri giocatori. Il francese non la prese bene… «Sono andato a Genova molto deluso, perchè non mi aspettavo una cessione dopo soli sei mesi».

L’esperienza in blucerchiato non è stata delle migliori, visto il clima che si respirava a Bogliasco e dintorni: «Non è andata bene per me, niente. Mi sono infortunato diverse volte, non giocavo, i tifosi ci minacciavano ogni giorno… Sono passato dal paradiso all’inferno. Mi ha fatto crescere, ma non è stato bello».

E poi, la chiamata del Parma, culminata con il recentissimo rinnovo del contratto fino al 2018, segno di quanto i ducali puntino sul calciatore, in barba alle tantissime voci di mercato che hanno segnato la sessione estiva e invernale di calciomercato: «A Parma mi sono sentito e mi sento sempre molto bene. Anche quando ero a Modena ci venivo spesso. Quando il mio agente mi ha chiamato per avvertirmi che c’era la possibilità di tornare, gli ho chiesto di fare di tutto, anche perchè avevo ancora diversi amici nella squadra, l’ambiente era ottimo e anche coi tifosi avevo un bel rapporto. L’operazione si conclude in brevissimo tempo e ho avuto una buona stagione. Sono davvero felice di essere qui».

Il rapporto con il mister Donadoni, non potrebbe essere migliore: un vero maestro per l’esterno francese: «Ho imparato tanto da lui, proprio come da Benitez. Non mi lascia mai solo, mi parlo molto, dandomi consigli continui sul posizionamento e altro. Si innervosisce a volte perchè dice che dovrei essere in una grande squadra da tempo, ma mi permette di migliorarmi in molto aspetti e mi dà la fiducia che mi serve».

In chiusura, inevitabile una domanda sul futuro, magari nel campionato francese che si sta arricchendo di campioni grazie alle spese pazze di Psg e Monaco: «Sinceramente mi sento più italiano che francese, chiederò il passaporto a breve (ride, ndr). Staremo a vedere, ma qui sto benissimo e ho intenzione di rimanere».
Intervista tradotta da Parmalive.com

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