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Bertelli: «Sampdoria? Mai venuta meno la fiducia nella squadra»
Paolo Bertelli, preparatore atletico di Andrea Pirlo, ha fatto il punto sulla Sampdoria: le parole a Il Secolo XIX
Paolo Bertelli, preparatore atletico di Andrea Pirlo, ha fatto il punto sulla Sampdoria: le parole a Il Secolo XIX.
PROBLEMI DALL’ESTATE – «La rosa definitiva l’abbiamo avuta solo a fine mercato, dopo la prima giornata. Alla quale è seguita la prima sosta internazionale e quindi altre due settimane con assenze. Era una situazione tutta nuova, con calciatori quasi tutti nuovi. Solo in tre avevano disputato l’intera stagione precedente nella Sampdoria: Ravaglia, Murru e Yepes. E sotto il mio profilo, ho iniziato il ritiro con un gruppo e il campionato quasi con un altro. Da parte loro, disponibilità massima. Purtroppo non siamo partiti bene, anche se in nessuna partita abbiamo steccato completamente. La fiducia tra noi e la squadra non è mai venuta meno. All’esterno vengono giudicati solo i risultati, ma noi non possiamo basarci solo su quello, ma sul lavoro settimanale. E vedevamo che c’era una crescita continua, non coincisa con i risultati, cique punti nelle prime toto. Dalla gara con il Catanzaro, pur persa, i dati hanno evidenziato una netta crescita dal punto di vista della condizione fisica».
ROSA – «In questa rosa se si analizza il numero di partite giocate negli ultimi due anni si passa da un livello medio/basso a poche. O per infortuni o perché magari non utilizzati per scelte teniche. Sono difficoltà in più. Ci vuole il suo tempo. Nel calcio la preparazione fisica non è mettere fino in cascina, è un concetto vecchio e nemmeno scientifico. È un consolidamento della performance partendo dalla base che hai. Sicuramente questa squadra, con lo stesso tecnico, gli stessi calciatori, nello stesso ambiente, nella prossima stagione partirà da uno step più alto».
INFORTUNI – «Cerchiamo di fare le cose meglio possibile, però le variabili della performance sono veramente tante, per cui qualcosa succede sempre, non solo a noi. Però, se posso fare un inciso, il calcio è uno sport di contatto e ci si fa male. Noi abbiamo la fortuna che poi può trasformarsi in sfortuna in alcuni episodi, di avere un gruppo che si allena sempre con intensità molto alta, per cui ci sono contatti, si corre forte e ci può stare che qualcuno si faccia male. Tutti vorremmo che non ci fossero gli infortuni. Qui c’è anche una struttura della performance importante, però ripeto nel calcio ci si fa male. Senza tralasciare gli infortuni fuori da qualsiasi prevenzione e previsione, come per Ferrari, in un movimento la palla gli ha portato via il piede di appoggio ed è scivolato sul ginocchio. O Borini, si stacca il tendine e gli poteva capitare in qualsiasi momento e gli è successo in quello lì purtroppo».
SAMPDORIA NEL DESTINO – «La stagione scorsa in Turchia dicevo a Pirlo “magari ci chiamasse la Sampdoria, anche se retrocede, uguale, perché è un club unico, prestigioso, dove si sta bene”».