Beretta: «Una A a 18 squadre è possibile, lo "spezzatino" riempie gli stadi» - Samp News 24
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2014

Beretta: «Una A a 18 squadre è possibile, lo “spezzatino” riempie gli stadi»

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Il presidente della Lega Calcio, Maurizio Beretta, ha le idee molto chiare: il campionato “spezzatino” è stato un successone e si può pensare di ritornare alle 18 squadre. Sulla prima affermazione ci sarebbe qualcosa da obbiettare, infatti l’affermazione fatta a “Radio Anch’io Lo Sport” che: «Il cosidetto “spezzatino” è stato un grande successo, ha fatto crescere gli spettatori alla tv e negli stadi» può essere chiaramente ribaltata. È vero, probabilmente ai tifosi “da divano” il calcio tutti giorni piace molto, ma è anche vero che ai tifosi da stadio l’avere il Derby della Lanterna alle 12:30 in concomitanza con una Fiera cittadina, oppure una partita al lunedì alle 18:30 in un giorno lavorativo, non piace per niente.

Si passa poi, come riporta il Secolo XIX, all’idea di tornare ad un campionato a 18 squadre: «Ritorno a 18 squadre della serie A? Mai dire mai, è una ipotesi che studiamo e possiamo iniziare a lavorare in tal senso. Abete ha annunciato che aprirà questo cantiere, credo che quella federale sia l’unica sede per parlarne. Non riguarda solo l’organizzazione di un singolo campionato, ma coinvolge i rapporti tra più tornei e il modello di promozioni e retrocessioni. Credo che la soluzione sia possibile, è arrivato il momento di fare una riflessione e mi auguro che si possa lavorare per costruire qualcosa destinato a rendere più attraenti le nostre competizioni». L’idea non è male, sarà più difficile per le squadre che giocano per la salvezza, ma sicuramente potrebbe accendere più interesse nelle nostre competizioni.

E infine, un’affermazione che, per i blucerchiati apre un discorso complesso e delicato: la questione del FairPlay Finanziario, tanto voluto dalla famiglia Garrone e la questione degli stadi altrettanto cara alla Sampdoria. L’obiettivo di dare un’idea sostenibile al calcio e un modello positivo è encomiabile, ma togliendo la possibilità di costruire stadi di proprietà si toglie di fatto una carta alle squadre: quella di creare un indotto di autofinanziamento notevole tramite lo stadio. L’unico modo, per una squadra di sostentarsi, è trovare degli investitori con gestioni economiche equilibrate, magari anche stranieri. Come se fosse più facile trovare l’investitore straniero (si vocifera dell’interessamento “giallo” verso il Genoa, oppure erano turisti di passaggio per Genova) oppure riuscire a costruire uno stadio di proprietà dove “i problemi specifici legati agli stadi” sembrano sempre essere insormontabili.

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