2014
Bene il risultato, ora due difensori e un’altra mentalità
Prima di tutto una premessa, o meglio un ringraziamento. Lo rivolgo a Sampnews24 e al direttore Mario Petillo. Eh già perché qui da oggi, dopo ogni gara giocata dalla Sampdoria, avrò l’occasione di commentare quanto mostrato dai blucerchiati nel lungo cammino che ci accompagnerà fino al termine della stagione. Un’esperienza che intraprendo col sorriso e con grande entusiasmo. Spero gradiate il tutto e chiudo la parentesi. Partiamo.
La vittoria sul Como non ha soddisfatto Mihajlovic. Bene il punteggio, bene il passaggio del turno, ma data la caratura dell’avversario è corretto andare oltre, con gli occhi rivolti a Palermo e ai segnali mostrati dal gruppo nell’arco dei 90 minuti giocati al Ferraris in Coppa Italia. I pro ci sono, sia chiaro, ma la lettura del match data dal tecnico nel dopo gara credo sia corretta. Samp troppe volte ondivaga, a tratti compassata dopo il facile uno-due rifilato in pochi minuti agli avversari in avvio. Partenza sprint, Eder e Okaka sontuosi (Bergessio avrà vita difficile nella concorrenza con l’ex Parma, bene così), Gabbiadini ispirato e squadra corta e concentrata a supporto. Dopo 20, 25 minuti ecco lo stop. Da lì esce fuori un brutto match fino all’assolo del solito Eder nella ripresa per il 3 a 1 provvisorio. Un black out non allarmante ma che andrà analizzato dal tecnico blucerchiato. Per il salto di qualità, utile a intraprendere un campionato senza patemi, serviranno meno pause nell’arco della gara. A costo di avere pure qualche picco in meno. Più equilibrio e meno fronzoli, un pò in tutte le zone del campo. La mentalità targata Mihajlovic, insomma. Concreti e belli è l’ideale, concreti e basta è l’essenziale, specie se si considera che tra sette giorni si dovranno strappare punti al Barbera, campo tutt’altro che semplice con la rabbia rosanero per l’eliminazione in Coppa e l’entusiasmo per il ritorno in serie A.
Dall’atteggiamento ai singoli, perché gioco forza l’analisi del gruppo passa dagli interpreti. In primis la difesa. Servono innesti in zona centrale e qui le risposte dipendono tutte dal mercato. I nomi che circolano sono quelli giusti: Balanta, Romagnoli, Stendardo, Silvestre e così via. Due dovranno necessariamente diventare concreti e nel più breve tempo possibile. Meglio, a mio avviso, se la “nuova coppia” rispondesse al criterio del giusto mix tra giovane età ed esperienza, col denominatore comune legato alla personalità. Una qualità che oggi alla retroguardia della Samp sevre molto. In Coppa un passo indietro, in questo senso, per Regini e Salamon, anche se pure Gastaldello e De Silvestri non hanno brillato. In parallelo la condizione di Viviano, non impiegato col Como: è stato scelto lui come numero uno e dovrà dimostrare di essere all’altezza. Il tempo c’è ma è giusto che non sia troppo, anche perché il nuovo portiere blucerchiato ha tutte le carte in regola per tornare protagonista.
Continuità e rinforzi nel reparto arretrato, due diktat per soddisfare il mister e rafforzare le certezze che già ci sono. Come quella di un attacco prolifico e di qualità, con soluzioni interessanti anche in panchina: Fedato mi ha impressionato (è presto per giudicare, il ragazzo però ha doti importanti), Sansone è un buon outsider e Bergessio, come dicevo, con Okaka avrà vita difficile. Bene anche la proficua concorrenza in mediana, che specie a Obiang e Krsticic non potrà che giovare.
Occhi al Palermo dunque, perché ora si riparte da zero. Una Samp che al fischio d’inizio del campionato si presenta perfettibile, ma non per questo imperfetta. A limare il tutto ci penserà Mihajlovic. Prima però dategli due difensori.