Bazzani si racconta: «Che feeling con Flachi, onoravamo sempre la maglia» - Samp News 24
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2015

Bazzani si racconta: «Che feeling con Flachi, onoravamo sempre la maglia»

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Nel mese di giugno vi abbiamo raccontato la nuova vita dell’ex storico attaccante blucerchiato Fabio Bazzani, ufficialmente il nuovo allenatore del Mezzolara. Tramite il proprio sito ufficiale, il noto giornalista Gianluca Di Marzio riporta le parole emozionate del neo-tecnico, che in una vera e propria intervista-fiume ripercorre i passaggi salienti della propria carriera calcistica, svelando anche aneddoti passati e presenti. Il classe ’76 inizia la propria testimonianza raccontando la situazione attuale nella quale versa la propria nuova squadra: «Sono molto contento, per me questa nuova avventura è uno stimolo. Per problemi di budget abbiamo allestito una squadra con tanti giovani: hanno tanta voglia e senz’altro aver avuto una carriera di un certo tipo mi serve per far capire loro con che testa si fa calcio, faccio di tutto affinché crescano e diventino dei veri giocatori»,  per poi virare sulle esperienze più caratterizzanti del proprio vissuto sportivo: «Serse Cosmi mi ha voluto prima ad Arezzo, quando nessuno mi conosceva, poi a Perugia, insistendo con il presidente Gaucci per portarmi in A. Mi ha dato grande consapevolezza. Poi c’è stato Novellino: mi ha fatto maturare rendendomi un giocatore completo, con lui in panchina ho raggiunto il top conquistando anche la Nazionale. Sono loro i due allenatori che mi hanno dato di più. Psicologicamente devi essere la sicurezza dei ragazzi, aiutarli nelle difficoltà e mantenerli concentrati quando si sentono forti: quello è il momento migliore per limare i difetti»

 

Nel prosieguo della propria testimonianza l’ex numero 9 doriano racconta del momento di smarrimento nel finale della propria parentesi come protagonista sul campo e ricordando quali calciatori siano rimasti maggiormente impressi nella sua memoria: «Il segreto è stato approcciarmi a questa categoria con l’entusiasmo e la professionalità di quando giocavo a livelli superiori: non puoi permetterti di lasciarti andare. Stavo per smettere ed ero stanco dopo le delusioni con Pescara e Spal. Ho scelto di tornare vicino a casa, ho ritrovato la serenità. Dentro e fuori dal campo in molti sono stati importanti per me, ma il feeling con Francesco Flachi rimane unico: quando giocavamo ci bastava uno sguardo e ci capivamo, siamo entrati nel cuore dei tifosi della Samp perché ogni volta che scendevamo in campo quella maglia la onoravamo, sempre e comunque. In partita non ho mai disdegnato il contatto, le prendevo e le davo. Il più rude era Samuel, ma chi non aveva bisogno di fare male era Nesta: arrivava, ti metteva in ombra e si prendeva il pallone senza quasi sudare. Il più grande insieme a Maldini». 

 

 

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