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Bazzani: «Derby, i veterani faranno la differenza. Vorrei tornare da allenatore»
Lui di derby sì che se ne intende. Con Francesco Flachi è stato l’incubo delle difese della Serie B, strapazzando i rossoblù nel 2002/2003 e facendo ammattire le retroguardie della Serie A. Grinta, cuore, forza e gol pesantissimi: Fabio Bazzani ha dato tutto se stesso con la maglia della Sampdoria e proprio per questo si augura che chi sta portando addosso quei quattro colori onori la maglia come ha fatto lui: sabato sera è vietato sbagliare.
Anche quest’anno la Sampdoria arriva al derby in una situazione non bellissima, con Giampaolo a rischio esonero…
«Le voci fanno parte del gioco. Giampaolo è navigato, sa come funziona e si concentrerà sulla partita che è di un’importanza capitale per quello che significa il derby a Genova e per come possa cambiare una stagione. Le sue energie saranno rivolte solo sul derby, Giampaolo credo sia abituato a discorsi di questo tipo. Vincere questo derby sarà molto importante per l’ambiente, per lui e per la classifica».
Il mister è stato accusato di essere un po’ troppo integralista. Pensiero condivisibile o è giusto prosegua per la sua strada?
«Un allenatore quando ha delle certezze e un certo tipo di forza interiore è chiaro si attacchi a quello anche quando non vengono i risultati. Non credo uno poi sia masochista e vada contro le esigenze della squadra, Giampaolo se insiste su questo tipo di gioco è perché pensa la Sampdoria possa dargli risultati in questo modo. Ci sono allenatori che variano di più e quelli che variano meno e insistono anche quando i risultati no vengono. Poi sappiamo che nel calcio contano solo i risultati, lui in questo momento penserà di ottenerli con il suo gioco, non c’è certezza che cambiando la Samp possa riprendersi. Giampaolo vede la squadra ogni giorno, sa cosa gli possono dare i giocatori. Fatico a pensare che prevalga un sistema sulle caratteristiche dei calciatori».
Per altro questo sistema fino alla partita col Milan ha funzionato. Che cosa è cambiato da allora?
«Con il Milan è stata una partita decisa da episodi, il Doria in questo momento è meno propositivo, più timido, i giocatori sono sottotono. Ma quello del modulo è un falso problema. Non può essere il sistema di gioco a cambiare le sorti della squadra, dipende dai giocatori: è come loro intrerpretano e scelgono le situazioni giuste nella partita che fa la differenza. La partita di sabato sarà la partita giusta per riprendere fiducia e morale, sappiamo quanto un derby possa far cambiare il morale a una squadra».
Da uomo derby quale sei stato, su chi punteresti?
«Mi aspetto un Alvarez determinante, come mi aspetto che giocatori d’esperienza come Quagliarella e Silvestre possano fare la differenza. Più che la tecnica e la tattica conta il fattore caratteriale, chi riesce a gestire meglio i nervi, la paura. Sfugge a ogni pronostico questa partita, credo saranno i giocatori di esperienza a dover prendersi sulle spalle i compagni».
In chiusura, parliamo di te: come si è conclusa l’avventura al Mezzolara?
«Bene, abbiamo raggiunto la salvezza con una squadra molto giocane, un girone molto tosto con il Parma. È stata un’esperienza positiva che mi ha formato molto, dopo sono andato a Coverciano a fare il corso Uefa A, ora ho il patentino per allenare in Lega Pro fino alla Primavera, sono in giro a seguire allenamenti, fare aggiornamenti in attesa di una chiamata».
Dai, magari tra qualche anno ti rivediamo a Genova…
«Eh, non lo so, tempo al tempo! A Genova ho lasciato un pezzo di cuore, la Sampdoria non è come le altre società, cinque anni così non si dimenticano. Sarei contento, mai dire mai!».