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Ritorni di fiamma: non tutti sono come Quagliarella
Con il possibile ritorno di Eder, non manca la domanda: sarà positivo? Funzionerà? Non tutti sono Fabio Quagliarella
Il discorso sui “ritorni di fiamma” lo abbiamo già affrontato. Con Cassano, che nel bene o nel male ha diviso le opinioni dei tifosi blucerchiati: tanti lo hanno amato alla follia per il suo modo di giocare con il pallone, altri lo hanno visto come un tradimento alla memoria di Riccardo Garrone. Il suo ritorno ha significato tante cose, non poche difficoltà, soprattutto perchè non era il giocatore che era arrivato da Madrid, indisciplinato con qualche chilo di troppo ma pronto a buttarsi in una avventura che lo avrebbe riconsacrato nel calcio italiano. Il suo ritorno ha aperto vecchie ferite mai rimarginate. Certo, con le sue giocate ha sempre lasciato tutti a bocca aperta anche quelli che avevano ancora il gusto dell’amaro per come era andata a finire. Poi c’è stato il ritorno di Quagliarella. Dieci anni di distanza, tanti gol subiti per le sue giocate con le altre maglie che aveva indossato. Aveva lasciato la Sampdoria all’inizio della sua carriera, un ragazzo che avrebbe poi vestito la maglia del Napoli, della Juventus. Un ritorno silenzioso, un mettersi a disposizione della squadra, del mister, con la voglia di tornare a segnare. Un ritorno maturo. Magari tutti i ritorni fossero come quello di Quagliarella, calciatore esemplare, ragazzo pulito. Il ritorno di Fabio si portava dietro tante incognite legate soprattutto all’età ma ha portato anche alla maturazione di Muriel e l’esplosione di Schick. Entrambi sono stati accanto a Quagliarella e non è difficile pensare che anche grazie alla sua esperienza e personalità abbia potuto aiutare i compagni di squadra a rendere meglio. E ora si parla di Eder. Un giocatore che abbiamo tanto amato, che ci è dispiaciuto veder con la maglia dell’Inter. È stata una sua scelta, un contratto importante per un giocatore della sua età, un ingaggio notevole. Un suo ritorno non avrebbe lo steso impatto di Quagliarella, perchè diverse sono le dinamiche che lo hanno portato via dalla Sampdoria rispetto al buon Fabio. Forse sarebbe meglio dire basta ai ritorni senza necessariamente rinnegare il passato, ma con lo sguardo bisogna essere proiettati al futuro, ai giovani talenti del domani.