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Basta esperimenti

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Ora gli esperimenti devono finire. Senza retorica, senza raccontare storie, senza convincersi che le prestazioni sono in crescita, così come la squadra. Ora serve pensare alla praticità del momento. Siamo a cinque punti dalla zona retrocessione e occupiamo l’ultimo posto utile per mantenere la categoria. Carpi e Frosinone ieri hanno perso contro Juventus e Napoli, l’Hellas Verona ha pareggiato con l’Inter, rosicchiando un punto a tutte le altre, ma per il resto la distanza rimane invariata. È triste doversi guardare indietro piuttosto che guardare avanti, cosa che ho sempre fatto e voluto fare, ma è arrivato il momento di farlo. Quindi basta sperimentare: è il momento di incassare e di portare a casa i tre punti, ogni settimana, a testa bassa.

Qualche settimana fa imploravo Joaquin Correa di farmi ricredere in pieno su tutte le critiche fattegli: è riuscito a farcela, il nostro numero 10 ha voluto dire a tutti quelli come me, che gli chiedevano una grande dimostrazione, di essere pronto, a un anno di distanza, per il nostro campionato. Avrei voluto che anche le critiche a Luis Muriel sortissero lo stesso effetto, ma purtroppo così non è stato: il colombiano, per quanto ieri abbia fatto reparto da solo per tutto il primo tempo, non riesce a essere incisivo e continua a peccare di superficialità. Allo stesso modo è incredibile il fatto che nell’uno contro uno con Maicon, chiamato a mettere in mostra la sua qualità migliore che è la corsa, sia riuscito a non inquadrare nemmeno la porta. Chiaramente con Muriel in campo il gioco è diverso rispetto a quanto accadrebbe mettendo Fabio Quagliarella o Antonio Cassano come unica punta, ma è altrettanto chiaro che con questi ultimi due in campo la Sampdoria ha giocato in maniera completamente diversa. 

La domanda è lapalissiana, se la saranno fatta in molti: perché rinunciare a questo Cassano, che ieri è stato, oltre a Cassani e alla sua traversa, il giocatore più vicino a pareggiare i conti? Ugualmente Quagliarella, che è stato il primo cambio offensivo di Montella, ha assicurato più movimenti, più scambi di palla, riuscendo a giocare spalle alla porta e dando maggior profondità, che è assurdo se pensiamo al fatto che Muriel, parlando sempre di corsa e velocità, dovrebbe essere il princeps della profondità. Perché se da un lato oramai abbiamo deciso di mettere una pezza sopra la difesa, la seconda peggiore dell’intero campionato dietro solo al Frosinone, è sull’attacco che il nostro allenatore deve porre una fine agli esperimenti. Correa è in forma, Soriano anche, a centrocampo Ivan dà certezze, a patto che venga schierato nel suo ruolo naturale e non a rincorrere avversari sulla fascia come accaduto ieri, per esigenze chiaramente e non per volontà del tecnico, Fernando, nonostante il calo, è pur sempre utile in fase di rottura. Il cambio va fatto in attacco, in quella unica prima punta che, a quanto pare, non funziona più di tanto.

Mancano 14 partite, cerchiamo di concentrarci sull’unica cosa realmente necessaria, che adesso è realtà: bisogna lottare per salvarsi. Perché le nostre inseguitrici, nelle ultime cinque giornate, hanno fatto più punti della Sampdoria, che ne ha fatto uno solo, contro il Torino. Che potevano essere tre, potevano, ma non lo sono stati. 

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