2015

Barreto: «La forza della Samp è riconosciuta ovunque. Gruppo fantastico»

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Arrivato a parametro zero dal Palermo, Edgar Barreto è stato non solo il capitano dei siciliani, ma uno dei suoi punti di riferimento fondamentali. Nella sua intervista a “La Gazzetta dello Sport”, il paraguayano ha detto la sua sul momento della sua nuova squadra, la Samp. Un gruppo che vede Barreto come il giocatore con più presenze in nazionale: «Sono arrivato oltre le cento presenze, sommando quelle nelle giovanili e le 60 con la nazionale maggiore. Il ricordo più bello rimane l’argento olimpico ad Atene. Sono pronto a mettere la mia esperienza al servizio del gruppo. Questa è una Samp che arriva da una stagione eccezionale, con una rosa migliorata e che possiede per di più un tasso tecnico molto elevato».

RICORDI E BATTAGLIE – La Samp è un po’ nel destino del centrocampista: «Le cose stanno esattamente in questo modo. Conosco i colori blucerchiati sin da quando ero bambino e in Paraguay trasmettevano le partite del campionato italiano. Nella Samp giocavano Vialli, Mancini e Lombardo. Era la squadra dello scudetto… lì è nata una simpatia verso questi colori. Quei giocatori mi sono rimasti impressi nella mente. Ora il destino mi ha portato qui, ma la forza della Samp è riconosciuta ovunque». Zamparini e Ferrero hanno combattuto per conquistarsi le sue prestazioni: «Alla fine si sono chiariti. Mi ha fatto piacere esser conteso da due società, ma la Samp ha dimostrato di volermi più di chiunque altro, con grande insistenza e convinzione».

LA CONSAPEVOLEZZA DEL GRUPPO – Barreto è universalmente riconosciuto come un uomo-spogliatoio: «Fa parte delle mie caratteristiche. Ho sempre cercato di dare una mano ai compagni più giovani, che hanno bisogno di qualche punto di riferimento. Il gruppo si forma anche da qui». La condivisione delle responsabilità disposta da Zenga è un modo per crescere: «Per mantenere una stagione ad alto livello bisogna farsi trovare sempre pronti e per riuscirci bisogna esser responsabili. Sembrano dettagli, in realtà sono fondamentali in una stagione». L’eredità di Mihajlovic è pesante, ma è uno stimolo: «La sua Samp è arrivata molto in alto, sta a noi cercare di far meglio. L’obiettivo è questo».

CAGNASS – Alcuni prenderanno esempio da lui, come fatto a Bergamo con l’Atalanta: «All’Atalanta mi chiamarono “cagnass”: dopo la prima settimana di lavoro, mi diedero questo soprannome. Posso mancare di lucidità, ma lavoro sempre al servizio della squadra». In 17 giorni di ritiro, qualcuno entra di diritto sul podio di Barreto: «Tutti, ma citazione speciale per gente come Soriano e Palombo, Correa e Muriel. Hanno classe ed esperienza, eppure non mollano mai. Serviranno uomini così per affrontare tre gare in otto giorni. E poi ci sono due uomini per ruolo: una garanzia».

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