2014

Barillà – Petagna, un percorso fallimentare in blucerchiato

Pubblicato

su

Non ci fa piacere dirlo perché si tratta del calciomercato della Sampdoria, ma le operazioni che hanno portato alla fine dello scorso calciomercato Antonino Barillà e Andrea Petagna in blucerchiato erano già un sentore di poca sicurezza. Parlare col senno del poi è facile, certo, non vogliamo vestire i panni dei Nostradamus della situazione, ma è indubbio che un giocatore come il classe ’95, arrivato dal Milan, non avrebbe potuto apportare nulla di più alla nostra formazione. Così come l’esterno della Reggina, che in Serie A aveva già giocato, a differenza del primo, ma non aveva sicuramente incorniciato la sua stagione in amaranto.

Andrea Petagna in Serie A quest’anno ha disputato 79 minuti, divisi in quattro partite, di cui una con il Milan (27 minuti contro il Verona alla prima di campionato). Poi con la nostra maglia ha giocato 24 minuti proprio contro il Milan, a San Siro, poi 17 contro il Sassuolo e 11 contro la Lazio, la sua ultima prestazione prima di tre tribune (Chievo, Napoli e Udinese) e tre panchine (Inter, Catania, Parma). Nemmeno nel momento in cui è venuto meno Nicola Pozzi è riuscito a trovare spazio nella formazione di Mihajlovic, che ha preferito avanzare Eder in una posizione atipica, ma che gli sta riuscendo bene. Poi in Coppa Italia 90 minuti da titolare nel 4 a 1 all’Hellas Verona, risultando l’unico non incisivo, e poi mezz’ora contro la Roma, con risultati identici. L’unico gol quest’anno, insomma, è arrivato con la maglia dell’Under 19, che punta molto su Petagna per il presente e per il futuro. E indubbiamente le qualità per far bene ci sono, ma Genova non era esattamente il posto migliore per crescere, in questo momento, e per fare esperienze. A costo di dover essere ripetitivo: la Sampdoria doveva e deve salvarsi. Non c’è tempo per lanciare nella mischia un classe ’95.

Per Antonino Barillà, purtroppo, la situazione è stata anche peggiore: manca ancora l’ufficialità – ricordiamo – ma l’esterno sinistro si sta già allenando nuovamente con la Reggina, in attesa della ripresa del campionato di Serie B. Tre presenze esatte per lui nel massimo campionato quest’anno, partendo dal debutto col Cagliari: 18 minuti che portarono anche bene, perché i blucerchiati pareggiarono nel finale col rocambolesco gol di Gabbiadini-De Silvestri. Poi 10 minuti contro la Roma, il tempo di farsi espellere pochi secondi prima il triplice fischio. L’ultima occasione arrivò con il Livorno, addirittura da titolare, in uno dei tanti esperimenti di Delio Rossi, che venne premiato con il 2 a 1 dei suoi. Poi un infortunio lo ha tenuto fuori fino alla partita col Chievo, ma dopo è stata solo tribuna per lui, compresa la gara di Coppa Italia. 105 minuti, più di Petagna, ma un ruolino che non poteva soddisfarlo in questi quattro mesi. Verrà ricordato perché è stato il colpo delle 23, quello che non t’aspetti in nessun modo. Era l’esterno che Rossi aveva chiesto e che non ha mai avuto.

Exit mobile version