2014
Avv. Romei: «Parlammo con i Garrone a Natale. Balanta? Quasi fatta, ma…»
Braccio destro di Massimo Ferrero, l’avvocato Antonio Romei è l’uomo-ombra del presidente blucerchiato. Colui che assiste il numero uno della Samp in tutte le decisioni importanti. E proprio lui racconta come è andato l’affare per rilevare la società di Corte Lambruschini dalla famiglia Garrone: «Sono stato il tramite tra chi rappresentava la famiglia Garrone e Massimo Ferrero. Non ho fatto altro che parlare a Ferrero dell’opportunità che poteva prospettarsi, la decisione di comprare è stata la sua».
CESSIONE NATALIZIA – C’è un tempo preciso in cui l’avvocato ha cominciato a parlarne al suo futuro presidente: «Direi tra Natale e capodanno scorso, subito dopo Natale (quindi un mese dopo l’avvicendamento tra Rossi e Mihajlovic, ndr). Eravamo nel mio studio a Roma e parlando di vari progetti del gruppo gli ho detto che avevo di nuovo incontrato l’avvocato referente dei Garrone e che c’era questa possibilità. Ferrero valutava di entrare nel calcio, in passato avevamo valutato altre società ma io stesso lo avevo sconsigliato». Romei racconta quali fossero questi club: «La Salernitana, poi il Bologna, società che per vari motivi non facevamo al caso nostro. Poi è arrivata la Samp, che invece rientrata a pieno nell’identikit di un club idoneo al progetto».
NUOVO TIFOSO – Le diversità erano facilmente visibili: «Intanto la garanzia di conti in ordine dovuta alla gestione dei Garrone. Poi un’immagine positiva percepita in tutta Italia. Io stesso ho avuto sempre molta simpatia per la Sampdoria, anche prima di diventarne tifoso». C’è chi ha raccontato una fede calcistica diversa per l’avvocato Romei: «Confermo, sono sempre stato interista, ma oggi c’è sopratutto la Samp. Sono un appassionato e un po’ come tutti ho trascorsi da calciatore e poi da giocatore di calcetto. Però oggi la Samp non è solo l’azienda di cui mi occupo, l’emozione che ho provato al derby mi ha colpito: ho visto quelli di Roma e Milano, ma domenica sera ho capito cosa intende chi dice che il derby di Genova è un’altra cosa. Ho provato una gioia incredibile: ho quasi fatto male al d.s. Osti per quanto l’ho abbracciato».
FERRERO/1 – Romei ha un passato da difensore, magari comparabile al Silvestre d’oggi: «Diciamo che mi facevo sentire sugli attaccanti (ride, ndr)». Tornando alla Samp, ci si chiede come l’avvocato si rapporti con l’effervescenza di Ferrero: «Mi aspettavo la domanda. E’ vero, abbiamo caratteri molto diversi, però siamo complementari e uniti da una grande stima reciproca. E poi siamo simili, perché quando iniziamo una cosa ci teniamo a farla bene – spiega Romei a “Il Secolo XIX” -. Ferrero ha questa energia contagiosa e va lasciato andare, la sua naturalezza è la sua dote: quando parte è difficile tenerlo, ma gli piace confrontarsi e sa ascoltare. E poi ci lega la passione nel lavoro e la voglia di sfide. Questa della Samp è una grande sfida».
FERRERO/2 – Il primo incontro è datato 2008: «Un mio cliente ha venduto immobile prestigioso a una società del gruppo Ferrero. Così è scoppiata la scintilla». C’è chi dice che dietro Ferrero ci sia qualcun’altro, persino gli stessi Garrone: «Posso rispondere che la Sampdoria è solo della famiglia Ferrero. L’Italia è il paese dei dietrologi e ogni novità viene vista con sospetto e diffidenza. Abbandoniamo questa cultura e giudichiamo le persone solo per i fatti. Solo così potremo andare avanti». Forse c’è qualche possibilità che Romei entri nell’organigramma della Samp: «Al momento non credo. Io ho un’attività professionale alla quale tengo molto e continuerò a fare quel che ho fatto finora: affiancare il presidente, ma come consulente per tutte le sue attività. Non c’è bisogno di sovrapposizioni».
MERCATO E BALANTA – Forse è solo un consulente, ma nell’ultimo mercato Romei era presente in quasi tutte le trattative: «L’ultimo mercato è opera del direttore sportivo Carlo Osti, che ha agito con capacità e che apprezzo moltissimo. Ha lavorato in team con il presidente Ferrero, da cui passano tutte le decisioni e con il sottoscritto, che ha dato il suo contributo». Romei racconta un aneddoto di questo primo mercato blucerchiato: «Una trattativa che ho seguito da vicino è quella di Balanta. Ora vi posso dire che siamo stati molto vicini a chiudere. Se non è successo è perché ogni giorno veniva fuori un procuratore nuovo che reclamava la sua commissione. Non potevo più rispondere al telefono, assurdo. Alla fine è stato il presidente del River a telefonarmi e scusarsi, dicendo che Balanta sarebbe rimasto in Argentina perché non era ammissibile sottostare a tutte quelle richieste».
SCUDETTO – C’è anche chi ha chiesto a Ferrero lo scudetto e Romei, da interista, sa quant’è difficile vincerlo. Ma il presidente pare possibilista: «Ferrero come tutti i presidenti ha diritto di sognare il massimo per la sua società e nel calcio il massimo è uno scudetto. Questo può essere uno stimolo positivo, una spinta ad avere un progetto alto. Sognare e avere ambizioni è giusto e costituisce una spinta per lavorare con maggiore passione. Va da sé che la Samp oggi non ha un budget per certi sogni. Noi fatturiamo sui 45 milioni l’anno, che sono cifre lontane da quelle che servono per ambire a certi traguardi. Vogliamo creare una società sana e virtuosa, che sappia incrementare i ricavi e abbia un patrimonio che garantisca un futuro. Un vivaio d’eccellenza, perché questa è la precondizione per affrontare il domani».
OBIETTIVI – La Samp ha obiettivi diversi per questa stagione: «Quasi tutte le società stanno facendo il giochino di dire: «Arriviamo a quaranta punti». Ovvero salviamoci e poi vediamo. Noi abbiamo detto da subito una cosa diversa e cioè di volere la parte sinistra della classifica, che è un progetto più ambizioso. Le nostre armi sono un allenatore come Mihajlovic e un gruppo di ragazzi forte, ma anche fortissimo nello spogliatoio. Se continueremo ad avere fame di vincere, ci toglieremo grandi soddisfazioni». Anche Ferrero è un valore aggiunto: «Lui è un numero uno, va lasciato andare. Quando fa una cosa, la fa bene e questa è una garanzia».
CONTI E STADIO – Sul bilancio societario ci sono buone nuove da parte di Romei: «Il passivo semestrale al 30 giugno era di 17 milioni, già ripianati dalla vecchia proprietà. E la società, oltre a questi 17 milioni, vanta un patrimonio netto di 30 milioni. Siamo in regola con gli stipendi, il taglio dei costi ha come obiettivo quello di riportare la società in pareggio nel 2015-16». C’è anche l’idea dello stadio: «Intanto vorremmo prendere in gestione il Ferraris per sistemare almeno i problemi più urgenti. Per il futuro stiamo discutendo con il Comune. Al momento è difficile l’idea di un nuovo stadio in Fiera, mentre valuteremo l’area adiacente all’ex Ferrovia, a Trasta».
CALCIO E IMPEGNO CIVILE – Poi Romei si lancia in un ultimo appello: «Io credo molto nella responsabilità sociale di una società di calcio, quando parlo di investire nel settore giovanile non mi riferisco solo a costruire i campioncini di domani. Ho passato i week-end ad accompagnare i miei figli a praticare sport. Mia figlia gioca a apllavolo e mio figlio a calcio. Vivendo da vicino lo sport, sono arrivato a ritenere che uno dei nostri mali nel calcio venga dalla poca attenzione delle società nel rapporto con i giovani, nel trasmettere i valori e la cultura dello sport. In Italia i bambini che si avvicinano al calcio sono milioni, la responsabiltà sociale di una società di Serie A è grandissima. Anche in questo la Samp dovrà essere un’eccellenza».