Giampaolo: «La Sampdoria non guarda in faccia nessuno» - VIDEO
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Giampaolo: «Atalanta un modello. Ma la Sampdoria non guarda in faccia nessuno» – VIDEO

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Marco Giampaolo, allenatore della Sampdoria, ha parlato alla vigilia del match contro l’Atalanta: le sue dichiarazioni – VIDEO

Marco Giampaolo, allenatore della Sampdoria, ha parlato alla vigilia del match contro l’Atalanta. Ecco le sue dichiarazioni in conferenza stampa.

GUERRA RUSSIA UCRAINA – «Quanto sta accadendo in Ucraina in questi giorni è una miseria assoluta. Con noi c’è Supryaga: se non fosse qui a quest’ora avrebbe imbracciato un fucile come tutti i giovani della sua età: è molto preoccupato per la sua nazione e la sua famiglia, però ci ha rincuorato, assicurandoci che al momento i suoi cari stanno bene».

ATALANTA – «È una squadra forte, che ti azzanna. Lo sappiamo tutti. E’ una squadra che nel dispendio di energie è anche scientifica. È una squadra anche molto codificata, che ha idee chiare. In questi ultimi anni ha fatto campionati straordinari e anche scuola perché a livello europeo si è fatta rispettare. Ha dimostrato giovedì in coppa anche senza gli attaccanti di essere una squadra forte. Questo campionato ci sta insegnando che le partite vanno tutte giocate. Si parte dallo 0-0 e si gioca. Abbiamo cercato di prepararla al meglio delle nostre possibilità, domani vediamo quanto bravi siamo stati».

ASSENZE – «Mancherà qualcuno anche a noi, ma loro ormai rappresentano un modello per il calcio italiano in Europa a prescindere da chi gioca».

POLEMICHE ARBITRALI – «La designazione di Sozza è ineccepibile. È vero, ha diretto solo 17 gare in A, ma tutte importanti, quindi vuol dire che è un cavallo di razza, così come Irrati, che al VAR è una garanzia, quindi vuol dire che la partita è stata giustamente attenzionata».

VAR – «Io sono sempre favorevole. Non è in dubbio il VAR perché ci siamo dimenticati quando il VAR non c’era cosa succedeva. Il VAR certifica una regola. Semmai il problema non è il VAR, può esserlo quella specifica regola».

SALVEZZA – «È una battaglia. Ti devi sporcare le mani, la faccia, ci devi stare. Quando dico che devi giocare le partite senza guardare in faccia l’avversario significa che ci sono punti in palio anche lì. Altrimenti quante ne giochi? Quattro? Cinque? Ne dobbiamo giocare dodici. La lotta è dura, coinvolge tante squadre e dobbiamo saperci stare. Dobbiamo uscire dal campo che abbiamo dato tutto, che abbiamo giocato una partita con coraggio, che ci abbiamo provato. Poi va bene sempre. Non va bene quando non giochi la partita, non va bene quando sei alla mercé dell’avversario, non va bene quando sei pavido e non va bene quando ti caghi addosso. Devi giocarle le partite».

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