2013
Argentini: uno non segna, l’altro non para
La sfida contro l’Udinese ha messo in luce le fragilità della Sampdoria, soprattutto in due reparti cruciali, l’attacco e la difesa.
La carenza di gol del reparto avanzato riflette poi anche la classifica della Sampdoria e la difficoltà di recuperare in caso di svantaggio mette l’undici di mister Delio Rossi nella situazione di dover evitare di subire gol, non essendo in grado poi di raggiungere un pareggio.
Non è la situazione di ieri, in realtà, in quanto grazie ad un super-Eder abbiamo accarezzato per un attimo la speranza di poter agguantare un pareggio insperato, con il palo di Sansone e le azioni estemporanee del brasiliano. Ma è sotto gli occhi di tutti che la carenza di gol in attacco dipende anche dall’assenza mentale di Mauro Icardi.
L’attaccante argentino, ormai a digiuno da due mesi, sembra aver finito la benzina nelle gambe o ancora più preoccupantemente sembra tirare indietro la gamba, evitando il contrasto finanche a perdere il pallone per paura di farsi male.
Da quando le sirene neroazzurre hanno cominciato a suonare prepotentemente si è vista l’involuzione di un talento che, fino a quel momento, alla Sampdoria aveva fatto bene.
Anche il connazionale Sergio Romero, portiere della nazionale e elemento di peso nella rosa blucerchiata vive di amnesie difensive che la Sampdoria non può permettersi. Quando hai come estremo difensore il titolare di una nazionale straniera, si presuppone dovresti star tranquillo. Diversamente, nel caso della Sampdoria, la tranquillità è una chimera. In una partita dove hai come centrali difensivi Rossini e Castellini al posto di Palombo e Gastaldello, l’incubo di subire gol diventa una solida realtà e se poi il portiere “va per farfalle” il destino è quasi inevitabile.
Non sarà supponenza, ne leziosità, ma quando Romero usa i piedi al posto della mani e esce con una tempistica sbagliata si mettono in luce molti dei suoi limiti. Forse un problema di testa o di concentrazione? Non entrando nel merito degli errori e dei miracoli che ha fatto in questo campionato, c’è da chiedersi se l’ingaggio che percepisce (e che non vuole spalmare) sia commisurato alle prestazioni offerte.
Un milione e settecentomila euro, è una cifra che una società come la Sampdoria può sborsarla ma solo per un elemento che faccia la differenza, non che alterni buone prestazioni a errori da cadetteria.