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Anniversario Vialli, Bonetti: «Il suo sogno era diventare presidente della Sampdoria»

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Ivano Bonetti, ex giocatore della Sampdoria, ha ricordato Gianluca Vialli, nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa: le parole

Ivano Bonetti, ex giocatore della Sampdoria, ha ricordato Gianluca Vialli, nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa. Ecco le sue parole rilasciate in un’intervista al Fatto Quotidiano.

BENEFICENZA – «Ho ideato un braccialetto da regalare ai miei compagni in ricordo dello scudetto vinto nel 1991, poi hanno cominciato ad arrivare molte richieste: nato dal cuore, ora è un progetto che cresce anche a livello benefico. Con il ricavato e l’aiuto di Roberto Mancini abbiamo acquistato dalla famiglia Vialli la sua Cadillac, che era stata messa all’asta per beneficenza. La ritireremo nei prossimi giorni, ci costruiremo qualcosa attorno, sempre nel segno di Luca e della Fratellanza blucerchiata. Per tenerli vivi».

RICORDO AUTO – «Sì, l’avevo vista io ad un’asta e presa per conto di Luca nel 1991, io sono sempre stato appassionato d’auto. L’abbiamo usata molto nei giorni dello scudetto, andando anche al campo, anche se inizialmente aveva una targa straniera. Poi Luca è andato alla Juventus e l’ha portata a Cremona. Noi due eravamo scapoli e amici, ci frequentavamo tutti i giorni».

VIALLI – «Era innamorato della vita e viveva per stare bene e per fare stare bene gli altri. Avevamo gli stessi valori. Ragazzo positivo e costruttivo. Vedeva il bicchiere sempre mezzo pieno, viveva nella speranza che succedesse qualcosa di positivo. Poi non sempre nella vita arriva il buono ma quel tempo passato nella ricerca lo hai vissuto bene. Ecco sapeva godersi il presente. Condividere tempo con lui è stata una felicità».

SOGNO – «Siamo stati coinvolti esternamente da un gruppo che sembrava lì lì per acquistare la Sampdoria. Luca si portava sempre avanti con il lavoro e per un anno ci siamo sentiti e visti per pensare al futuro. Diventare il presidente della Sampdoria era il suo sogno principale. Era attaccato molto alla sua famiglia e voleva far rivivere a loro i luoghi e gli anni della sua giovinezza. Nel nuovo corso societario avrebbe voluto riportare il vecchio stile della Sampdoria. Serietà, principi, idee: ci sarebbe riuscito alla grande».

POSSIBILITÀ – «Non te lo so dire con precisione. Noi non eravamo parte di nessun gruppo, siamo stati contattati con la prospettiva che sarebbe potuto succedere. Noi da persone positive eravamo speranzosi di aiutare la Samp. Contento di essere stato vicino a lui per mesi e che comunque la Samp si sia sistemata, perché rischiava davvero molto».

MORTE – «Non te lo aspetti mai. L’avevo visto l’ultima volta alcune settimane prima, quando abbiamo presentato il documentario La Bella Stagione. Era molto provato, ma io lo vedevo invincibile e se ne è andato via da invincibile perché era uno che non mollava mai. Faccio fatica ad accettare la sua assenza anche ad un anno dalla scomparsa. L’immagine che ho davanti è ancora quella con la maglia blucerchiata. Mi capita spesso di sognarlo: giovane, forte e sorridente».

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