2012
Angelo Da Costa al rientro: “Il gruppo mi ha dato la forza”
Il portiere blucerchiato ha finalmente scontato la squalifica di tre mesi, che arrivò il 1° agosto in seguito al deferimento da parte del procuratore federale Stefano Palazzi. Venne accusato di omessa denuncia, quando, in riferimento a un Ancona – Grosseto del 2010, il connazionale Joelson gli propose una combine e lui rifiutò. Angelo Da Costa ha passato mesi difficili, ma ora può tornare a fare quello che ama: “Finalmente. È stata dura, non pensavo che fosse così dura. A stare fuori si soffre di più che a stare dentro. Quanto mi è mancata la condivisione con il gruppo”. La squalifica arrivò dopo la promozione in Serie A e per il portiere brasiliano fu un durissimo colpo: “Non ho rabbia dentro. Non ce l’ho con nessuno. Anche se questa squalifica per me continua ad essere ingiusta. Oggi non riesco a digerirla, forse ci riuscirò tra qualche anno. Ma non lo so. So che mi hanno tolto tre mesi di emozioni”. Il numero 1 blucerchiato è consapevole di non essere colpevole di nulla e per questo motivo si ritiene innocente e punito ingiustamente: “Cosa faccio se un mio amico mi dice che mi deve parlare? Io non penso mai male, perché ho sempre la coscienza pulita. Quello che mi è successo rientra nelle cose della vita e la vita deve essere vissuta. Se mi chiama un amico, vado da lui. E non penso male”.
Da Costa è dovuto star lontano dai campi da calcio per tre lunghi mesi, e in questo periodo ha dovuto passare anche momenti difficili, che non gli hanno permesso di svolgere il suo lavoro e la sua passione: “I momenti duri sono stati quando per la squalifica mi sono sentito un po’ “tagliato” dalla vita del gruppo. Ed è stato proprio il gruppo il mio primo sostegno. Compagni, staff tecnico, dirigenza. Mi hanno fatto sentire dentro. “Quanto manca alla fine?”, “dai che torni più forte di prima”, “sbrigati a rientrare” sono paroline che se te le senti dire una volta ti fanno piacere. Ma se te le senti ripetere più volte al giorno diventano una forza. Poi, la famiglia e la religione”. In realtà tutto ciò che accade nella vita di ogni persona, può essere pensato come casualità oppure come un qualcosa che doveva succedere, Da Costa la pensa così: “Tutto ciò che accade ha un senso. Io questo senso non l’ho ancora trovato, ma so che c’è. Il principio basilare della mia vita è: fai le cose giuste, fai le cose per bene. Non importa dove sei e con chi sei. L’aspetto della vicenda che mi ha infastidito di più, proprio per questo, è stato quello di essere stato giudicato con superficialità come uomo”. Durante la sua squalifica ha seguito tutte le partite della sua squadra tra il pubblico, come un vero e proprio tifoso: “Un’esperienza incredibile. L’evento è lo stesso, la partita di calcio, ma in campo e sugli spalti viene vissuta in modi completamente opposti. Non l’avrei mai detto. Ora lo so. E mi servirà”. Ma tutto questo fa parte del passato, perché oggi Angelo Da Costa ritorna alla sua vita normale, alla sua vita di sempre, quella da calciatore. Contro il Bologna inizia il suo campionato, avrà la possibilità di scendere nuovamente sul prato del Ferraris e vivere le emozioni da dentro al campo, come ha sempre fatto: “Cosa chiedo a me stesso? Gioco in un ruolo particolare, il portiere. E sono anche quello di riserva. Chiedo a me stesso di guadagnarmi la fiducia dell’allenatore, facendomi trovare sempre pronto. Se e quando ce ne sarà bisogno. E anche quando siederò in panchina”.
Per domani l’estremo difensore blucerchiato è pronto e carico al punto giusto: “So già che quando entrerò nello spogliatoio e rivedrò la mia maglia da gioco appesa al mio posto proverò un’emozione profonda”.
Il portiere dei play-off è pronto a tornare in campo e sicuramente i tifosi sapranno come dargli il “bentornato”.