2014

Aneddoti da derby: Bosotin e quella mongolifera mai partita

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Nel derby della Lanterna, uno dei più belli al mondo, si è visto di tutto: sfottò, coreografie magnifiche, anche contrasti duri in campo. Claudio Bosotin, fondatore storico degli Ultras blucerchiati, ne ha viste molte di queste cose, però gli è rimasto comunque un rimpianto. Un ultimo colpo che non è riuscito a mettere in piedi. E’ proprio lui a raccontarlo: «Era il 1982, il primo derby con Trevor Francis da blucerchiato. Noi doriani volevamo fare qualcosa che mortificasse i cugini. Allora mi venne un’idea: siccome sono un appassionato di paracadutismo, faccio venire da Aosta una mongolfiera. L’idea è di farla alzare in cielo dal piazzale dello stadio e srotolare un bandierone blucerchiato».

Purtroppo l’idea non andò mai in porto: «Era tutto pronto quando il Comune o la Questura, non ricordo più, ci disse che non si può alzare perché «manca il piano di volo. Balla, non c’è bisogno di alcun piano, ma tant’è la polizia non ci fa partire. E’ il mio grande rimpianto: a tutt’oggi credo sia stata colpa dei genoani che riempiono gli uffici del Comune – racconta il “Boso” a “Il Secolo XIX” – Io però l’anno dopo mi sono vendicato portando la scimmia vestita da Eloi e mesi dopo persino un asino bardato di rossoblu, con la scritta “Gianni Brera” (leggendario giornalista che simpatizzava per il Genoa, ndr)».

Bosotin rimpiange i vecchi tempi: «Erano altri derby, oggi vai allo stadio e ti sembra un lager: tornelli, divisioni, ti fanno buttare via l’acqua. Non è più una festa, un tempo il nostro derby era più bello. Oggi non puoi neppure fare sfottò che ti penalizzano. Oddio, per certi versi è meglio così: se io ho rovinato la vita a Eloi con quella scimmia, non voglio pensare cosa avrebbero riservato i genoani al ritorno di un Maxi Lopez oggi, con tutto quello che gli è successo dopo che è andato via dalla Samp…».

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