Gli Ex
Andersen: «Ho lasciato la Sampdoria al momento giusto. Giampaolo fantastico»
Parla l’ex Andersen: «Quando il Lione viene da te non si può dire no. Era il momento corretto per andare via dalla Sampdoria»
Joachim Andersen a tutto tondo. L’attuale calciatore del Lione, trasferitosi in Francia dopo l’esperienza alla Sampdoria, ha parlato del suo passaggio dalla Serie A alla Ligue 1 e non solo ai microfoni di 90min.com.
ASPETTATIVE DOPO LA CESSIONE – «Non ci penso molto. Sono i media che ne parlano. Posso immaginare che ci siano molte aspettative, ma va bene, significa che sono un buon giocatore. Voglio mostrare a tutti che Lione ha fatto un’ottima scelta nell’investire molto su di me, lo mostrerò nella prossima stagione».
SERIE A – «Inizialmente, in Olanda ho imparato a giocare a calcio in un’altra posizione e tenere meglio la palla tra i piedi. Qualche volta ho giocato anche nel ruolo di centrocampista. Poi ho voluto trasferirmi in Serie A per sviluppare la mia abilità difensiva e le conoscenze riguardo le partite. Cose che ho appreso alla Sampdoria, non avrei potuto impararlo da nessun’altra parte. Ho avuto un allenatore fantastico, Marco Giampaolo, che conosce molto bene la tattica. I quattro difensori devono mantenere la linea e difendere tutti insieme. Ci ho messo un po’ per capirlo, ma quando lo apprendi, è utilissimo».
SAMPDORIA – «Durante il mio secondo anno ho giocato tutte le partite ed è stata davvero una bella stagione. Quando una società come il Lione viene da te, semplicemente non puoi dire no. Ho parlato con la mia famiglia e le persone intorno a me, abbiamo pensato fosse il momento giusto per cogliere questa opportunità».
LIGUE 1 – «Penso che la Ligue 1 sia un buon campionato. Molto più dinamico e fisico della Serie A, dove si applicano maggiori conoscenze del calcio. Qui in Francia si gioca di fisico e in contropiede, in Italia il calcio è più ragionato. È questo il motivo per cui sono venuto in Francia, per imparare un nuovo tipo di calcio».
QUAGLIARELLA – «Oh, Fabio! È un ragazzo divertente. Non parla molto, ma tutti lo rispettano. In Italia questo rispetto è molto comune tra i calciatori. È una leggenda vivente, tutti lo amano. Ho un aneddoto divertente su di lui: quando sono arrivato a Genova, ho voluto fargli vedere chi fossi entrando duramente su di lui in allenamento. L’allenatore ha fermato tutto e mi ha detto “Non puoi entrare così su Fabio, nessuno lo fa”».
ATTACCANTE PIÙ DIFFICILE DA AFFRONTARE – «Al momento non è Ronaldo, secondo me è Ciro Immobile. Quando abbiamo giocato contro la Lazio, abbiamo sempre perso con un grosso margine di scarto. Ci hanno ammazzati e Immobile era sempre ispirato contro di noi».