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Ancora tu, la reunion dei gemelli Cassano e Pazzini
Quell’anno il copione era meravigliosamente monotono. Dopo averlo recuperato, Storari stringeva al petto il pallone come un oggetto prezioso, alzava gli occhi in cerca di uno sguardo di risposta a 90 metri di distanza. Antonio Cassano alzava le sopracciglia e dopo aver annuito lanciava un’occhiata alla sua sinistra. Giampaolo Pazzini sapeva già cosa fare. Il compiaciuto blucerchiato medio abbandonava lentamente il posto a sedere flettendo le ginocchia in attesa di uno slancio, come uno sciatore alla griglia di partenza in attesa del Via.
Tutto accadeva in pochi secondi, quanto bastava a Cassano per metterla giù, aspettare il difensore avversario, illuderlo, impacchettarlo, spedirlo a casa, rientrare su un piede (a scelta), e cercare Pazzini. All’impatto col pallone del numero dieci blucerchiato, prima che la rete si gonfiasse, Pazzini aveva già le dita tra gli occhi, lo slancio del compiaciuto blucerchiato medio si completava in un salto, anzi in 20 mila salti accompagnati da un urlo liberatorio. In mezzo al mare di festa il numero 99 recuperava il pallone in fondo al sacco, rientrava con pigrizia a centrocampo con la sfera in mano, e dava una pacca sulla spalla a Pazzini con un ultimo sguardo, traducibile in «Basta sorridere, facciamone un altro».
A sei anni di distanza da quel miracolo sportivo Cassano e Pazzini si incontreranno sabato sera di nuovo da avversari. Ma non in campo. Pazzini è squalificato per un turno e Cassano partirà, con ogni probabilità, dalla panchina. La maglia blucerchiata l’ha conservata, anzi riconquistata, solo il barese. Pazzini ci è andato vicino più volte, l’ultima l’estate scorsa. Il blucerchiato medio, un po’ meno compiaciuto, non ha digerito le voci sulle richieste economiche del Pazzo per un ritorno a Genova, che avrebbe significato una reunion attesa quasi quanto quella degli Oasis. Se si incontreranno prima della partita al Bentegodi non è dato sapere cosa si diranno i due attaccanti.
Forse parleranno di quanto sia strano lottare per salvezza e non per il trionfo, forse rimpiangeranno il mancato ritorno, o più probabilmente rimpiangeranno quel lontano periodo. Se Cassano scenderà in campo tenterà di ripetere ciò che ha sempre mostrato di saper fare, anche fuori condizione. E proverà rammarico sapendo di non avere Pazzini vicino nel momento in cui riceverà il pallone da Viviano. L’occhiata a sinistra la lancerà comunque, e forse si consolerà appena comparirà sul suo campo visivo Fabio Quagliarella. Il blucerchicato medio, nel dubbio, comincerà ad alzarsi in piedi.