2013
A scuola di punizioni con Sinisa
Sinisa Mihajlovic. Correva l’anno 1994 quando il serbo scelse di colorare di blucerchiato la sua carriera calcistica, trasferendosi nel prestigioso club genovese al termine di un’esperienza, tinta invece di giallo e rosso, con la maglia della Roma. Quando alcuni anni dopo aveva salutato e ringraziato il popolo doriano per fare ritorno nella capitale, questa volta però sponda laziale, molti speravano che il suo non fosse un «addio» definitivo ma soltanto un «arrivederci».
Così è stato perché, a distanza ormai di quindici anni dalla partenza da Genova, la sua strada e quella della Sampdoria si sono unite nuovamente: a Sinisa il compito, da oggi, di prendere in mano il timone della grande armada blucerchiata per farla navigare a gonfie vele verso lidi più tranquilli.
Lui, che tutti gli amanti del calcio ricordano con ammirazione per quel suo inconfondibile magico mancino, è il nuovo tecnico della Sampdoria. Lui che, con quelle imprevedibili parabole che hanno trafitto anche quei numeri 1 che alle prodezze i propri tifosi avevano abituato, è stato un inimitabile artista dei calci piazzati: alla Samp, oggi, è dunque approdato non solo un allenatore, ma anche un vero specialista delle punizioni, uno di quelli alla Pirlo, che è difficile trovarne in giro. Potrà rivelarsi quindi utile anche da questo punto di vista poiché, in effetti, manca da tempo la gioia, per tutti gli innamorati del Doria che riscaldano il clima del Ferraris, di un bel gol direttamente da calcio piazzato; quei palloni che finiscono in fondo alla rete e che, tanto per intenderci, fanno “scendere la Sud”, come quelli calciati dal grande Sergio Volpi. Sono in tanti a nutrire la speranza di poter tornare ad esultare per una rete nel sette magari, a sorpresa, di Palombo o del compagno di reparto Maresca.
Tanto cercato e desiderato dalla dirigenza di Corte Lambruschini per il dopo-Rossi, Miha dovrà riuscire a dare una scossa ad una squadra che sta attraversando un periodo non affatto semplice: i tifosi blucerchiati chiedono più carisma, grinta e qualità di gioco da parte del condottiero che siede in panchina e un po’ più di tecnica, testa e cuore ai ragazzi blucerchiati… che in fondo sono gli ingredienti che servono per voltare finalmente pagina. E, perché no, qualche magistrale punizione dal limite dell’area non guasterebbe affatto. Da oggi tutti a scuola: Sinisa docet.