2013
Enrico Mantovani: «Peccato per Totti»
La sua è stata un’epoca controversa: figlio del grande Paolo, la Samp di Enrico Mantovani ha ottenuto buoni risultati, salvo poi retrocedere clamorosamente in B nel 1999. Il caldo di Bologna, il rigore di Ingesson sono ricordi duri da mandar giù; nonostante ciò, non tutto è da buttare. Una Samp che avrebbe potuto fregiarsi di Francesco Totti nell’estate del 1997, come conferma Mantovani jr. in un’intervista rilasciata a Il Giornale: «Ricordo benissimo. Dovevamo sostituire Roberto Mancini e pensammo al giocatore della Roma come miglior successore possibile. Il ragazzo aveva appena esordito in nazionale, eppure a Roma non c’era troppa fiducia intorno a lui; noi eravamo reduci dal sesto posto e dalla qualificazione alla successiva edizione della Coppa UEFA. La Roma, invece, si era appena riuscita a salvare».
Del resto, sfruttare le debolezze del mercato è parte del gioco: «Tre anni prima, la Samp fece così con Gullit; così come, quando dovemmo sostituire Eriksson (andato alla Lazio, ndr), prendemmo Menotti dal Boca Juniors. Non posso rivelare quanto mi chiese Franco Sensi, però posso dirvi che trattammo con il procuratore, per capire se la trattativa fosse possibile. C’avevamo visto giusto: tuttavia, un eventuale passaggio di Totti alla Samp era come quello di Mancini altrove, perciò da trattare con la massima discrezionalità». Nonostante le trattative, il capitano giallorosso non arrivò mai a Genova: «Ne avevo parlato anche con il nostro d.s., Domenico Arnuzzo. Tuttavia, alla fine non se ne fece niente: inizialmente, Genova era destinazione gradita a Totti, mentre la famiglia Sensi era incerta sul da farsi. Poi, anche il giocatore ci ripensò e non se ne fece più niente. Del resto, sarebbe stato tatticamente difficile da collocare insieme a Veron e Montella. Al suo posto, sempre da Roma, arrivò Scarchilli, insieme a Boghossian, Tovalieri e Klinsmann. Questi ultimi due poi vennero ceduti a gennaio per arrivare a Signori».
Forse neanche con Totti si sarebbe evitata la retrocessione del 1999: «Purtroppo una serie di fattori ci portò alla retrocessione, altrimenti non sarebbe mai successo. Montella fece 12 gol negli unici quattro mesi di attività di quell’anno; riguardo Totti, la sua storia è bellissima e forse, venendo da noi, avrebbe perso un po’ della magia che adesso lo contraddistingue». Cosa fa adesso Enrico Mantovani? «Ho una piccola impresa di consulenze, nel tempo libero collaboro con giovani imprenditori liguri; vivo tra Ginevra ed il Tigullio». L’ex presidente avrà sicuramente visto qualche partita: «Sono stato all’ultimo Inter-Sampdoria (3-2 per i nerazzurri, ndr), ben lontano però dai riflettori». Chiusura con una curiosità: la famiglia Mantovani ha gestito la Samp dal 1978 al 2002. Mai avuti genoani nella stirpe? «I nonni lo erano. Mio nonno disse a mio padre quando comprò la Sampdoria: «Mi hai tolto il più grande piacere della vita: veder perdere il Doria».».