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2013

Sportweek – Icardi: «Mai detto di voler andare via»

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E’ stata una lunga intervista quella rilasciato da Mauro Icardi a Sportweek, in edicola oggi con La Gazzetta dello Sport. Il bomber blucerchiato ha toccato tanti temi: dall’elezione del Pontefice al suo passato in Argentina, dalla crisi che l’ha costretto ad andarsene al suo approdo a Genova. «Un cardinale che gira in autobus è un cardinale umile – spiega Maurito – e se conserverà questa umiltà anche adesso che è Papa, sarà sicuramemente un bene per la Chiesa e tutti i credenti».

La famiglia Icardi in Argentina non se la passava troppo bene: la crisi aveva costretto il padre a fare diversi lavori e quel quartiere di Rosario stava diventando troppo pericoloso per tre bambini… «L’Argentina era soffocata dalla crisi, mio padre decise di trasferire la famiglia in Spagna, alle Canarie». Ma come viveva il piccolo Mauro a Rosario? «Di scuola e pallone – spiega l’attaccante Ho cominciato a giocare a 5 anni, nel Sarratea Infantil. Il calcio neanche mi piaceva, ma mio padre ha insistito».

Inevitabile, per un giovane calciatore di Rosario, finire col parlare del più illustre concittadino… «Ho sentito parlare per la prima volta di Messi quando ha esordito nel Barcellona a 17 anni. Io vivevo già a Gran Canaria e giocavo nel Vecindario. Qualche osservatore del Barcellona era venuto a vedermi e aveva segnalato il mio nome al club. Leo aveva saputo che c’era un argentino nato nella sua stessa città che interessava al Barça, così mi mandò una sua foto autografata con una dedica in cui mi invitava a seguirlo». Ma il modello calcistico per Maurito, non è affatto la Pulce… «Per caratteristiche, il mio idolo è Batistuta».

Nessun rimpianto per il numero 98 doriano per aer lasciato la squadra più forte del mondo: «Il Barça gioca senza centravanti, tutti i miei compagni d’attacco nelle giovanili alti e grossi come me hanno lasciato il club. No, non ho rimpianti». E quindi, senza rimpianti, comincia a parlare di Sampdoria e del calcio italiano: «Quando sono arrivato in Italia, a gennaio di 2 anni fa, la prima cosa che mi ha colpito, subito in allenamento, è quanto mi abbiano fatto correre. Tanto e senza palla. In Spagna non esiste». Poi, prosegue parlando di Genova: «C’è il mare. Si vive tranquilli. Però io amo i centri commerciali e qui ce n’è uno solo, la Fiumara. A Barcellona ne trovi uno a ogni angolo». 

E dopo questi “convenevoli”, si arriva al punto cruciale: non sarebbe meglio per lui giocare un altro anno alla Sampdoria? Non rischierebbe altrove di fare tanta panchina? «E’ vero – comincia Icardi – Ma chi mi dice che in estate la Samp non prende un grande attaccante e io in panchina ci finisco lo stesso? D’altra parte io non ho mai detto di voler andare all’Inter, al Milan o alla Juve. Io alla Sampdoria sto bene. Perciò Vediamo».

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