De Silvestri a SampMagazine: «I doriani sanno trasmettere una carica incredibile» - Samp News 24
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2013

De Silvestri a SampMagazine: «I doriani sanno trasmettere una carica incredibile»

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Con l’arrivo di Delio Rossi la Sampdoria ha cambiato rotta diametralmente, ritrovandosi e scoprendosi un rullo in casa e una solidissima squadra in trasferta. A beneficiare dell’arrivo di Delio Rossi più di tutti è sicuramente Lorenzo De Silvestri, che ha trovato finalmente la maglia da titolare e sta ripagando mister e tifosi con buonissime prestazioni, grande corsa e grande intensità in fase difensiva. Ai taccuini di SampMagazine Lorenzo De Silvestri si racconta, partendo proprio da quel gol che ancora manca in maglia blucerchiata:
«È vero ed è un po’ una mia pecca. Ultimamente mi sono capitate alcune anche parecchio invitanti, ma purtroppo non sono ancora riuscito a sfruttarle. Mi auguro di farlo al più presto».

A Marassi arriva la tua vittima preferita. Sarà la volta buona?
«Spero di sì. Il Parma è l’unica squadra a cui ho segnato in Serie A. Era il 3 aprile 2010, ci provavo da tanto e mi sbloccai proprio al Tardini. Era il mio primo anno alla Fiorentina, Prandelli mi faceva giocare esterno alto e ripagai la fiducia. La stagione successiva, invece, feci centro in casa, davanti ai tifosi viola. Fu una bella sensazione, ma il primo gol non si scorda mai: quella di Parma è la rete che ricordo con più affetto. Per fortuna c’è qualcun altro che pensa a segnare. In compenso, dietro, quasi non passa uno spillo».

Grande difesa, merito, secondo De Silvestri, di tutti:
«Da quando è arrivato il mister siamo miglioratitantissimi sotto l’aspetto difensivo e ne siamo tutti contenti. Si tratta di un fattore molto positivo per noi, ma sarebbe un errore limitarci a elogiare soltanto il reparto arretrato. Io parlerei piuttosto di fase difensiva perché i primi difensori sono i nostri attaccanti: fanno un gran lavoro in copertura, si fanno il cosiddetto mazzo e ne beneficia tutta la squadra».

Quanto c’è di Delio Rossi in questa Sampdoria?
«Ci sta facendo lavorare molto e il merito di questo periodo positivo è certamente suo e del suo staff. Ma anche noi ci abbiamo messo del nostro mettendoci subito a sua completa disposizione. E lui ha fatto lo stesso con noi. Abbiamo creato una bella alchimia, stiamo provando a crescere, a migliorarci insieme e i risultati ci stanno dando ragione».

Dopo un girone d’andata vissuto perlopiù in panchina finalmente la chance da titolare, mai pensato di aver sbagliato scelta?
«Ho vissuto momenti bui, inutile nasconderlo, momenti nei quali non ho mai mollato. Mi sono sempre allenato bene, senza fare polemiche, cercando solo di dare il massimo per me stesso e per la Samp. In questo devo ringraziare soprattutto uno spogliatoio splendido: anche quando non giocavo mi hanno fatto sentire uno di loro, questa è stata la mia forza. Ora le cose stanno andando per il meglio, il passato non conta più: non voglio far altro che guardare avanti».

L’arrivo di Matias Rodriguez sembra averti galvanizzato, così come per altri compagni, la concorrenza fa bene?
«Non può essere che positivo avere una rosa competitiva e un’ampia possibilità di scelta. Siamo in tanti e siamo tutti giocatori validi. La dimostrazione l’abbiamo avuta con Rossini, che quando è stato chiamato in causa nelle ultime tre settimane si è fatto trovare pronto e ha fatto due partite bellissime. Questo è lo spirito del nostro gruppo».

E lo spirito dei sampdoriani come lo valuti?
«La differenza rispetto alle mie esperienze passate è che al Ferraris il tifo lo hai lì, a due passi. A Roma e Firenze c’è lo spazio tra campo e curva, qui no e la differenza si sente. Ci faccio caso quando vado sul fondo o in occasione dei calci d’angolo: li senti vicini, percepisci il loro calore.I sampdoriani sanno trasmettere una carica incredibile. L’applauso di domenica è stato una bella emozione. Mi fa piacere che in qualche modo si siano affezionati a me, sono soddisfazioni: a volte basta poco per vedere ripagato l’impegno e la dedizione».

Genova ti piace?
«Molto. Adoro visitare le città, cerco sempre di viverle fino in fondo. Ho già avuto modo di farmi amici al di fuori del campo e mi sono fatto portare un po’ in giro. Sono stato in via Garibaldi, in piazza De Ferrari, al Carlo Felice, al Porto Antico, tutto particolare ed interessante.E poi c’è il mare: passeggiare per corso Italia è qualcosa d’impagabile. Devo dire che Genova mi sta affascinando ogni giorno di più».

Ti piacerebbe restare?
«Mi piacerebbe, sì. Ma la vita è adesso. Mancano ancora dodici partite alla fine del campionato, dobbiamo tenere alte l’asticella e l’attenzione, non possiamo permetterci di pensare ad altro che al presente. Prima ci salviamo, poi parleremo del mio futuro».

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