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Silvestre: «Io innamorato di Giampaolo. Odio i social e non sono un vip»
Silvestre è un giocatore all’antica, niente diavolerie moderne come i social network sanno essere: «Niente Twitter, Facebook, Instagram. Fra i giocatori più giovani non ne trovi uno senza. Quando si piantano lì davanti al cellulare per ore non li capisco…ma ripeto è una cosa che mi gioca contro. C’è chi di notizie o di essere social ha fatto una carriera».
Di poche parole ma se serve si arrabbia: «Sono uno tranquillo, magari dico poche cose però se ho qualcosa da dire mi devi prendere sul serio. Qualche volta mi sono arrabbiato ma non sono uno che crea problemi. Antonio? Mi dispiace per lui. Ho un ottimo rapporto, siamo stati compagni ai tempi del Milan. Ma quella di restare è stata una scelta sua e io non posso giudicarlo».
Andato via Montella è arrivato Giampaolo che Silvestre ebbe già a Catania: «Giampaolo? L’ho avuto a Catania, è stato bello ritrovarlo. Lo ammiro molto e l’ho sempre seguito, anche a distanza di anni. Quello che mi ha insegnato me lo sono portato dietro in altre squadre. È diverso da tutti. La difesa con un pensiero collettivo? Significa che i movimenti che devi fare te li dettano i compagni in base a dove va la palla. È una catena, è per forza un lavoro collettivo, se ragioni individualmente sbagli. Quando dopo Empoli mi hanno detto che avevo giocato bene, ho risposto che era andata bene la difesa. Il lavoro dei terzini per forza è un po’ diverso, ma i due centrali proprio fanno “copia e incolla” sono in sintonia. Ho provato a spiegare a un collega le cose che facciamo con Giampaolo e sentirmi dire “non va bene, non è possibile”».
E ora fare bene con la Sampdoria: «In estate ho fatto preparazione da solo, a casa. Speravo di rimanere ma sapevo di essere in ballo. Il lavoro ha pagato, ho fatto tutto il ritiro, fisicamente con il mister corriamo tanto ma i risultati in campo si vedono. Innamorato si Giampaolo? Posso parlare per la mia esperienza. A Catania giocavamo bene ma abbiamo perso spesso per episodi o errori individuali. Quest’anno speriamo di fare molto bene per la Sampdoria, per i tifosi, per noi stessi ma anche per lui che se lo merita. Siamo partiti col piede giurato e quando vedi che il lavoro paga prendi fiducia. Il gol? Quest’anno voglio arrivare a 3/4 gol, ci tengo. Devo metterci qualcosa in più ma anche gli altri, non abbiamo fatto granchè da corner in questi ultimi anni. Però ho fiducia. Il mister cura molto le palle inattive. Contano i dettagli a volte si decide tutto per dei centimetri» afferma sulle pagine della Repubblica.
«Non mi sono mai sentito un vip, con mia moglie l’altra sera siamo andati in una pizzeria molto frequentata al porto antico. Non so quanti calciatori lo fanno, mi piace stare tra la gente. A Genova si sta bene, io vivo a Nervi, anche qui i tifosi ti chiedono autografi ma diciamo che a Catania e Palermo era un po’ diverso. Dopo il calcio? Questo mondo non fa per me. Dalle mie parti dicono che dopo dieci anni uno non senta più nostalgia di casa. Io farò dieci anni in Italiana dicembre, vedremo cosa succederà. All’inizio l’Argentina mi mancava da impazzire, poi è andata sempre meglio. Io e mia moglie non abbiamo figli, siamo più liberi di scegliere cosa fare. Ovvio se la Sampdoria mi offrirà un rinnovo non ci penserò due volte».