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Il commento tecnico: Tre punti di pura fiducia
Una vittoria che profuma di buono. L’inizio della Sampdoria targata Giampaolo trasmette enorme fiducia, scarica di inutili e irrazionali entusiasmi sia chiaro, sia per come si è manifestata all’interno dell’organizzazione di gioco, concreta ma ancora piuttosto schematica ( e ci mancherebbe altro visto che siamo ancora ai blocchi di partenza), sia per il potenziale che ha lasciato intravedere in mezzo alle pieghe della partita. La fiducia nei propri mezzi e l’equilibrio coeso fra i reparti sono stati sicuramente gli elementi di maggiore interesse nella prima uscita contro l’Empoli di Martusciello, soprattutto perché in netta controtendenza rispetto all’ultima sciagurata stagione. A livello squisitamente tattico è a centrocampo che si è visto qualcosa di nuovo, spiccatamente in positivo. Un centrocampo con tre giocatori di sostanza, dominato da due nuovi elementi. Il primo è senza dubbio Lucas Torreira, classe 1996 di rientro dal prestito al Pescara. Il giovane mediano ha dettato i ritmi di gioco, soprattutto nella fase di schermo davanti alla difesa. Un giocatore bravo nel rubare palla con contrasti energici senza fare fallo (oppure facendolo senza dare troppo nell’occhio), spezzando in due la manovra avversaria, per consentire alla propria squadra di ripartire con i tempi giusti grazie a passaggi precisi e puntuali. Il fatto è che la presenza di un trequartista come Alvarez, o chi per esso, permette al centrocampista davanti alla difesa di concentrarsi quasi esclusivamente sulla fase di recupero e ripartenza. Marcare uno come Saponara, cancellandolo dal campo, e partecipare sempre alla manovra non è cosa facile. Bravo Torreira, dunque, ma altrettanto efficace anche il polacco Karol Linetty. La mezzala ex Lech Poznan è un moto perpetuo con tanta, tantissima personalità. Fisicamente non gli daresti una lira ma pressa, recupera e attacca chiunque senza alcun tipo di problema o freno emotivo. Anche Ivan lo scorso anno lo faceva ma commettendo spesso fallo e, soprattutto, con pochissima qualità una volta recuperato il pallone. Una differenza fondamentale fra un buon giocatore e uno normalissimo. Il polacco sembra davvero un acquisto azzeccato, soprattutto se là davanti c’è la giusta ispirazione. Ieri Muriel ha giocato con una grandissima applicazione tattica e con discreta continuità, suo vero tallone d’Achille se ce n’è uno. Poco importa se Quagliarella (frenato da qualche guaio fisico) e Alvarez non hanno brillato. La cosa importante è creare i presupposti per fare male all’avversario mantenendo sempre il controllo emotivo all’interno della gara. Ieri la Sampdoria ha rischiato il giusto, soprattutto a sinistra dove nella ripresa Pavlovic (anche lui non al meglio) è stato infilato troppo facilmente dagli esterni empolesi, in particolare da Pucciarelli con il suo classico movimento ad aprirsi sulla destra per permettere a Saponara e Maccarone di sfondare centralmente. Difensivamente qualche vuoto di sceneggiatura si è visto ma era ampiamente preventivabile, avendo giocato calciatori fino a quel momento poco utilizzati sulle rispettive fasce (Sala ha sempre giocato a sinistra nel precampionato mentre Pavlovic è stato spesso indisponibile per guai fisici). Solido Silvestre, discreto anche Regini al centro della difesa. Meglio non dirlo troppo forte, però. Il vero banco di prova per loro sarà quando affronteranno squadre con attaccanti d’area o, comunque, con uno sviluppo offensivo più concentrato centralmente. Sala a destra, invece, mi è sembrato nettamente il più in forma, considerando entrambe le fasi di gioco.
Il Doria ha dato l’impressione di aver intrapreso una strada giusta, guidata con umiltà da un allenatore che pare avere le idee chiare e che ieri, pur di creare difficoltà all’avversario, ha suggerito ai suoi di evitare, se possibile, la partenza palla al piede dalla difesa per confondere l’avversario e, soprattutto, per andare a prendere il possesso sulle seconde palle. Un parziale accantonamento di uno dei suoi principi fondamentali (“giocarla sempre”) per godere di maggiore funzionalità nella manovra, visto l’avversario di giornata.
Tre punti d’oro che danno grande fiducia a tutto l’ambiente, soprattutto perchè di tonalità completamente diversa rispetto al mood dello scorso anno. Credere in se stessi diventa sempre più importante nel calcio contemporaneo, dove organizzazione e fisicità sono ormai a livelli altissimi e la differenza viene fatta, soprattutto, nella mentalità e nell’atteggiamento in campo.